Una giovane modella genovese denuncia uno studente di 17 anni per la vendita di Green Pass falsi. Complici hacker russi che si occupavano di creare il certificato verde che il giovane avrebbe venduto a terzi.
Si ritorna a parlare di Green Pass falsi. Questa volta la notizia riguarda il traffico illecito di Green Pass gestito da un minorenne di Rieti. La scoperta è stata fatta da una modella di Genova che, pur di continuare ad andare in palestra, ha ricercato su internet soluzioni per avere il Green Pass, senza aver fatto il vaccino. E, incredibile ma vero, la modella si è imbattuta in una vera e propria truffa. Così come da richiesta, invia i documenti e la somma pattuita, ma l’attesa del certificato verde risulta vana e la giovane realizza di esser finita in una trappola creata ad hoc per estorcere denaro e guadagnare illegalmente. Oltre al danno anche la beffa, il giovane hacker minaccia di denunciare la modella, pretendendo altro denaro in cambio del silenzio. La donna, impaurita dalle continue minacce, decide di rivolgersi alla Polizia Postale.
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Gli investigatori hanno individuato lo studente dopo una complessa attività di ricerca. Grazie alle sue doti informatiche, lo studente era diventato un tramite che permetteva a veri e propri hacker russi di creare certificati falsi e rivenderli su Telegram. Infatti, dalle indagini, emerge che il giovane di Rieti gestiva diversi canali Telegram nei quali vendeva i certificati contraffatti. Oltretutto i documenti dei malcapitati venivano utilizzati per altri scopi. Servivano per aprire conti online, carte di credito, account su piattaforme di e-commerce. Queste attività illecite, hanno fruttato al giovane studente più di 20.000 euro investiti in criptomonete, materiali elettronici di ultima generazione e capi d’abbigliamento costosi. Tutto materiale che gli agenti hanno sequestrato.
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Le capacità informatiche del giovane studente andavano ben oltre la mediazione degli hacker russi. Per rendere ancora più corposa la sua attività, acquistava applicazioni BOT che consentivano di moltiplicare i membri dei canali Telegram con utenti fake. Insomma, quello che agli occhi dei poliziotti di Genova poteva sembrare un insospettabile studente, non si è rivelato altro che un potente malfattore. Al momento continuano le indagini dirette dal procuratore di Genova, insieme al Servizio di Polizia Postale per approfondire su eventuali sviluppi della vicenda, ricercando anche i malfattori che operavano al di fuori dell’Italia.
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