Stop al Canone Rai, niente più addebito sulla bolletta elettrica

A breve il canone della Rai, la tv pubblica, dovrebbe sparire definitivamente dalla bolletta elettrica. Se tutto andrà come previsto, infatti, il 2022 sarà l’ultimo anno per il pagamento del canone attraverso questa formula poi, dall’anno successivo, il 2023, dovrebbero sparire gli “oneri impropri” dei costi dell’energia, per ritornare al vecchio metodo di pagamento, quello attraverso il classico bollettino.

Canone Rai anche su smartphone?
Canone Rai anche su smartphone? Le ultime

Scomparirà di fatto “l’obbligo” di pagare il canone Rai, una misura che era stata introdotta dall’ex governo di Matteo Renzi per fare in modo che tutti pagassero appunto quanto dovuto, visto che in molti avevano in qualche modo aggirato l’ostacolo non pagando appunto la bolletta della Rai.

Canone speciale RAI
Canone RAI

CANONE RAI SPARISCE DALLA BOLLETTA ELETTRICA: ECCO CHE COSA ACCADRA’ A BREVE

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La decisione di togliere l’addebito dalla bolletta della corrente elettrica arriva dall’alto, precisamente dall’Unione Europea, e rientra in uno degli impegni che il governo italiano ha preso in vista del Pnrr, il piano di resilienza riguardante l’impiego dei soldi del Recovery Fund. La cancellazione è già stata messa nera su bianco, e nel dettaglio viene stabilito che i venditori di elettricità non potranno più “raccogliere tramite le bollette somme che non sono direttamente correlate con l’energia”. Attualmente il surplus sulla bolletta pesa 9 euro al mese per 10 mesi, e a partire dal 2023 questo “balzello” sparirà per sempre.

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E a proposito del Canone Rai, si sta discutendo da settimane della possibilità di estendere lo stesso anche a tablet, smartphone e computer, in quanto tramite l’applicazione dedicate RaiPlay, sono molti coloro che stanno godendo delle trasmissioni della tv pubblica senza avere un televisore e quindi senza essere costretti a pagare il canone. La proposta è stata avanzata dall’amministratore delegato Carlo Fuortes, che attraverso una recente intervista al quotidiano Repubblica aveva affermato: “Non si tratta di una tassa sul telefonino. Ho fatto un ragionamento semplice: in base a una legge del 1938, in Italia il canone è legato al possesso di un’apparecchiatura radiotelevisiva, mentre in tutti gli altri Paesi si paga in base alla possibilità di vedere le trasmissioni. E siccome oggi tutti i device possono accedere ai programmi Rai attraverso Raiplay, sarebbe bene che anche noi ci adeguassimo”. Una proposta che aveva fatto storcere il naso a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: “Irricevibile la proposta dell’ad della tv di Stato nominato da Draghi, Carlo Fuortes, di far pagare anche i cittadini che utilizzano device diversi dalla tv per vedere la programmazione del servizio pubblico. Di fatto, sarebbe un aumento mascherato del canone Rai che andrebbe a pesare su ogni singolo italiano che possiede uno smartphone”.

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