Bill Gates, l’inventore di Microsoft nonché uno degli uomini da anni più ricchi del mondo, è anche uno dei filantropi più generosi della terra. Il manager statunitense ha infatti fondato anni fa una Fondazione impegnata in moltissimi campi, fra cui anche la lotta contro il cambiamento climatico a protezione dell’ambiente in cui viviamo.
E vanno proprio in tale direzione gli ultimi progetti annunciati dallo stesso Bill Gates, che parlando in vista del G20 che si apre oggi a Roma e della Cop26, la conferenza mondiale sul clima, ha confessato: “Insieme al presidente Biden c’è un impegno alla riduzione del metano di almeno il 30% entro il 2030, a cui hanno dichiarato 60 Paesi”.
BILL GATES PER L’AMBIENTE: ECCO LE ULTIME INIZIATIVE DEL NUMERO UNO DI MICROSOFT
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L’iniziativa sarà portata avanti in collaborazione con l’Unione Europea, così come annunciato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa di ieri: “Il metano causa un riscaldamento di otto volte superiore a quello della Co2 – le parole riportate dall’agenzia Ansa – lanceremo poi un’iniziativa che riguarda l’innovazione, le tecnologie del futuro saranno fondamentali per ridurre le emissioni. A Glasgow assieme a Bill Gates lanceremo un programma per finanziare i progetti innovativi che favoriscono il clima e che riguardano, ad esempio l’idrogeno verde”. Ad inizio di questa settimana le Nazioni Unite hanno pubblicato il rapporto “2021 Emissions Gap”, concentrato appunto sulle emissioni dannose per l’ambiente, e in cui si spiega che il nostro pianeta rischia di subire un aumento della temperatura di circa 2.7 gradi nel giro dei prossimi anni se non si dovessero prendere importanti impegni sul clima. Per raggiungere l’obiettivo è necessario ridurre le emissioni di carbonio di circa il 7.5 per cento entro i prossimi 9 anni, scadenza 2030, un taglio però molto ridotto rispetto al 45 per cento che invece viene previsto dagli scienziati per limitare l’aumento della temperatura del nostro globo a 1.5 gradi centigradi, così come specifica lo stesso report delle Nazioni Unite.
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Le nazioni che stanno muovendosi verso questa direzione sono al momento Europa, Stati Uniti, Giappone e il Regno Unito, ma grandi giganti come India, Cina e Russia, e anche l’Australia, sarebbero ancora in ritardo nel contrasto al cambiamento climatico. “Questi sono paesi che possono fare la differenza in termini di livello complessivo delle emissioni nel 2030, quindi per me questo è un test chiave”, sono le parole di Antony Froggatt di Chatham House. Alok Sharma, presidente entrante della COP26, ha invece spiegato: “Ci sono stati progressi ma non abbastanza. Questo è il motivo per cui abbiamo particolarmente bisogno che le nazioni del G20, si facciano avanti con impegni più forti fino al 2030”. Attraverso la sua legge, approvata a inizio 2021, e i piani concreti per tagliare le emissioni del 55 per cento il 2030, l’Unione Europea giunge alla Cop26 con lo status di “leader globale sul cambiamento climatico”.