Come finire in galera a due anni. E’ il curioso caso di AI-DA, il primo umanoide pittore, un artista ultra realistico partorito dalla mente geniale del gallerista Aidan Meller, in collaborazione con Engineered Arts, un’azienda di robotica della Cornovaglia, che deve il suo nome ad Augusta Ada King, contessa di Lovelace, matematica e scrittrice inglese dell’Ottocento.
E’ nota principalmente per il suo lavoro sul computer meccanico generico proposto da Charles Babbage, il motore analitico. Fu la prima a riconoscere che la macchina aveva applicazioni oltre il puro calcolo, per molti la prima programmatrice di computer.
Dopo aver dato dimostrazione in patria di ciò che è capace di fare, il primo robot umanoide come ha messo piede fuori dai propri confini, per apparire accanto alle sue opere alla mostra Forever Is Now a Giza, in Egitto, la scorsa settimana, è stata arrestata dalle autorità egiziane.
Da spia a protagonista della mostra. “Posso togliere il modem, ma non cavarle gli occhi”
Il motivo? Ritenuta un rischio per la sicurezza nazionale, AI-DA è stata considerata alla stregua di una spia e detenuta per dieci giorni presso la dogana egiziana. Fortunatamente è stata rilasciata in tempo per partecipare alla mostra per cui era andata in Egitto, presentando una scultura che reinterpreta l’enigma della Sfinge.
L’umanoide è stata fotografata a Giza, dove espone un sarcofago in acciaio e vetro contenente un autoritratto a tre gambe, come una mummia. L’opera, lunga 2,4 metri, è stata realizzata utilizzando design, disegni e impressioni di argilla basati sull’intelligenza artificiale.
Il titolo dell’opera, Immortal Riddle, è un riferimento all’Indovinello della Sfinge, che chiede, cosa succede su quattro piedi al mattino, due piedi a mezzogiorno e tre piedi la sera? L’opera è una meditazione sull’invecchiamento, l’aldilà e gli sforzi del ventunesimo secolo per raggiungere l’immortalità.
“Ai-Da è l’artista perfetto per discutere l’attuale ossessione per la tecnologia e la sua eredità in evoluzione” ha detto suo “papà” in un’intervista al The Guardian. “Gli agenti alla frontiera erano preoccupati che Ai-Da fosse una spia – spiega Meller – a causa del suo modem e delle telecamere nei suoi occhi. Posso abbandonare i modem – ha ironizzato – ma non riesco davvero a cavarle gli occhi”. La lunga detenzione di Ai-Da è stata sorprendente visto il coinvolgimento del governo egiziano nella mostra. La ditta privata Art D’Egypt ha collaborato con il Ministero delle Antichità e del Turismo egiziano e il Ministero degli Affari Esteri egiziano, con il patrocinio dell’UNESCO, per creare Forever Is Now.
Un evento che alla fine ha visto AI-DA grande protagonista, insieme all’italiano Lorenzo Quinn e il “padrone di casa” Moataz Nasr, il russo Alexander Ponomarev, il brasiliano João Trevisan, il francese JR (Francia), le statunitensi Gisela Colón e Sherin Guirguis, le inglesi Shuster Moseley e Stephen Cox RA, e perfino Sua Altezza Reale il Principe arabo, Bin Fahad.