Non c’è davvero pace per il povero Mark Zuckerberg di questi tempi! Dopo le rivelazioni dell’ex dipendente Frances Haugen, circa l’impatto negativo che i social avrebbero sui giovani e sui loro disturbi psicologici e alimentari, ecco spuntare un’altra bordata ai danni di Facebook.
L’ex dipendente di Facebook infatti ha rilasciato una nuova deposizione ufficiale al Senato degli Stati Uniti in cui rivela che il 40% dei nuovi account registrati sulla piattaforma social sarebbero un doppione di account già esistenti.
Lo ha rivelato il Financial Times citando una ricerca compiuta su un campione di 5000 nuovi utenti che si sarebbero registrati nelle ultime settimane sul social.
Secondo alcune rivelazioni estrapolate da documenti risalenti al 2018, sembrerebbe anche che «alcuni documenti dei dipendenti di Facebook e Instagram parlano di invitare gli iscritti ad avere più account come parte proprio di una strategia aziendale. Gli obiettivi principali sarebbero stati i più giovani, ancora una volta».
In sostanza, le rivelazioni della whistleblower Haugen avrebbero scoperchiato un vaso di Pandora dal quale starebbero uscendo cose inaudite in merito alla condotta, da quello che emerge poco corretta e consona, della dirigenza di Facebook.
Andando ancora più nello specifico, il Wall Street Journal avrebbe riportato sulle sue colonne che tra Usa e UK la popolarità ottenuta da Facebook tra i più giovani, che si attesta rispettivamente al 108 e al 132%, sarebbe da attribuire solo e soltanto ai doppi account: uno privato, e uno pubblico. Questo, solitamente, sarebbe il motivo del doppio account.
Ma chi ha ragione tra la Haugen e Zuckerberg? Quest’ultimo ha asserito che nell’ultimo trimestre dell’anno ha registrato la presenza di «2,9 utenti mensili in tutto il mondo», con un’impennata del 7% di anno in anno dei nuovi iscritti. Per contro la Haugen parla invece di utenti giornalieri in calo del 13% negli ultimi due anni, soprattutto nella fascia di età che va tra i 18 e il 29 anni: una tendenza che, secondo le stime, potrebbe arrivare al 45% di calo globale.
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E’ vero anche che i giovani, sempre più spesso, vanno alla ricerca di nuovi social media, lasciando un po’ da parte Facebook che da molti, soprattutto in fascia di età più giovane, è definito «il social dei matusa». Ma è anche vero che Facebook, a tutti gli effetti, non sembra diminuire di popolarità, date anche le funzioni che mette a disposizioni dei suoi utenti soprattutto in ambito lavorativo.
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Forse i giovani sono sicuramente in calo rispetto a qualche anno fa, ma è pur vero che Facebook continua a essere nell’immaginario popolare “IL SOCIAL” per eccellenza. Staremo a vedere chi avrà veramente ragione.
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