L’uomo si appresta a tornare sulla Luna a partire al 2025 e la Nasa sta pensando di creare una rete Wi-Fi sul nostro satellite per le missioni.
Dunque l’essere umano rimetterà piede sul nostro unico satellite naturale dopo 50 anni, per rimanere però in maniera permanente. Il progetto della Nasa è quello di impiantare una base permanente da utilizzare poi per le ulteriori missioni spaziali che punteranno, in primis, verso Marte. Naturalmente non ci sono solo gli Stati Uniti interessati alla conquista della Luna, visto che anche la Cina e l’Europa stanno portando avanti progetti paralleli. Non c’è solo un interesse di tipo esplorativo, ma si punta all’eventuale sfruttamento economico dei possibili minerali presenti.
La missione Artemis è in corso di preparazione ma c’è un aspetto fondamentale che pochi sulla Terra hanno in mente: la connessione con il nostro pianeta. Una base permanente richiede infatti collegamenti fissi, che comprendano anche la connessione al web. Per questo la Nasa sta studiando la possibilità di installare una rete WiFi sulla Luna che potrebbe avere anche una ricaduta positiva per noi. Infatti da una parte la rete “spaziale” consentirebbe la connessione tra gli astronauti e le basi sulla Terra, ma d’altra parte questo incremento di satelliti per le comunicazioni potrebbero essere sfruttati per collegare anche le zone dove internet non arriva.
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“Lo studio”, ha commentato Mary Lobo, direttrice del reparto di incubazione tecnologica e innovazione al Glenn Research Center dell’agenzia, “rappresenta una grande opportunità per sviluppare soluzioni alle sfide che dovremo affrontare quando invieremo gli astronauti sulla Luna, con la missione Artemis, e contemporaneamente può aiutarci a superare i problemi di accesso alla rete sulla Terra”.
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I ricercatori stanno lavorando alla simulazione di una parte di terreno lunare studiando una sistema di rilancio del segnale tramite pali della luce – ovviamente si parla del nostro pianeta in questo caso, che potrebbe coprire un intero quartiere. Basta che siano a non più di 70 metri l’uno dall’altro per garantire una connessione a 7,5 megabit al secondo in download. Siamo veramente all’alba di un cambiamento epocale e questi studi confermano come la ricerca spaziale non è mai fine a se stessa ma, come accade dagli anni ’60, porta una serie di ricadute tecnologiche anche nella nostra vita quotidiana.
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