Il lockdown, in primis, ma in generale la pandemia da Coronavirus che si è abbattuta sul mondo da circa due anni a questa parte, ha mietuto tante vittime, sta diminuendo grazie all’ausilio dei vaccini, ma ha radicalmente cambiato le nostre vite, al netto delle mascherine compagne quotidiane di qualsiasi giornata, laddove non si resta a casa.
Il Covid ha letteralmente decollare lo smart working, un fenomeno che anche adesso che la situazione è un po’ di florida, anche se da tenere sempre sotto controllo. In questo contesto, il lavoro da remoto subirà una trasformazione, entrando in una seconda fase, o “modello 3+2”.
Almeno stando alle parole non di uno qualsiasi, ma di Sundar Pichai, il CEO di Alphabet Inc., società madre di Google, secondo cui tre giorni in ufficio e due a casa è il giusto compromesso, l’optimum.
Flessibilità una parola chiave: “Stiamo dando alle persone molta più libertà”
Lavorare tre giorni alla settimana in ufficio e due giorni da remoto offre ai dipendenti un buon “equilibrio” tra il tempo a casa e quello con i colleghi. Ne è fermamente convinto l’amministratore delegato di Google, nato in India ma naturalizzato statunitense. Di recente Pichai ha affermato che Google stava “pianificando approssimativamente un modello tre-due“, con la flessibilità dei dipendenti, che per due volte a settimana possono lavorare dove vogliono: sempre in ufficio, oppure da remoto.
“Tre giorni in ufficio sono importanti per la collaborazione e la comunità” ha affermato Pichai, intervistato dal caporedattore del Wall Street Journal, Matt Murray, alla Tech Live Conference del quotidiano internazionale, ma quei due giorni di libero arbitrio sono importanti: permetterebbero di staccare dalla routine del pendolarismo, evitando anche lo stress degli spostamenti quotidiani. Una proposta nella quale tutti sarebbero felici e contenti: andrebbe incontro ai lavoratori, per permettere loro di raggiungere un equilibrio tra il tempo vissuto in ufficio e quello trascorso con la propria famiglia.
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Risale a settembre la notizia dell’accordo da 2,1 miliardi di dollari che Google ha sottoscritto per espandere la sua cosiddetta “Google Hudson Square”, un campus nella città di New York che ospita più di 7.000 impiegati. “Tre giorni in ufficio, due giorni liberi – spiega Pichai, sempre durante l’intervista al Wall Street Journal – quattro giorni, completa flessibilità per lavorare da qualsiasi luogo. Noi stiamo cercando di consentire a circa il 20% della nostra forza lavoro di essere completamente in smart working nel tempo”.
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La motivazione è presto spiegata: “Stiamo dando alle persone molta più libertà”. Flessibilità, una parola chiave. “E’ una sfida per andare in nuovi posti in tutto il paese e portare persone: essere a Washington, lavorare a Chicago o a New York, porta le persone a più prospettive, una forza lavoro diversificata. Per noi è una grande opportunità”.