Dalla volatilità al volare, il passo è breve. Il sale e scendi dello scorso anno è un tempo passato. Trapassato remoto. Così come il volteggiare di qualche giorno fa, ora i bitcoin salgono sulla vetta, raggiungendo vette inesplorate finora.
Lo scorso mercoledì, infatti, la criptovaluta per eccellenza, creato nel 2009 un anonimo inventore (o gruppo di inventori) noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, ha toccato i massimi storici, lasciandosi alle spalle i 64.841 dollari che aveva segnato a metà aprile.
Certo, un po’ di volatilità c’è sempre stata in questi sei mesi momenti particolarmente bassi, come quando a luglio è sceso sotto la soglia dei 30.000 dollari, ma alle fine i bitcoin salgono sempre, questa volta sulla scia dell’ultima grande notizia positiva: la premiere del primo exchange-traded fund (ETF) legata a questa criptovaluta negli Stati Uniti.
La capitalizzazione di mercato supera così i 1.2 trilioni di dollari, una cifra leggermente inferiore al PIL spagnolo, molto di più di colossi dell’High Tech come Facebook, triplica perfino i giganti della distribuzione come Walmart.
Il crescente interesse degli investitori istituzionali, decisi a puntare sul fenomeno bitcoin, la loro sempre più crescente presenza in piattaforme di pagamento come Paypal e in entità tradizionali (vedi Goldman Sachs, leggasi Morgan Stanley, che offrono servizi di criptovaluta), ma anche l’abbondanza di liquidità nei mercati per le politiche di stimolo di banche centrali e governi (inclusi gli assegni come nel caso degli Stati Uniti) o il sostegno incondizionato di molti Paperoni, sono i motivi principali di questa corsa senza freni.
Per Jorge Soriano, CEO di Criptan, è in aumento la predisposizione delle grandi aziende ad accettare pagamenti con bitcoin, così l’approvazione del primo exchange-traded fund legato alle criptovalute “significa aprire la porta a un gran numero di investitori senza le complicazioni proprie di chi ha un portafoglio”.
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Certo, qualche neo c’è. Una macchia a forma di Cina, uno dei principali centri per l’estrazione di bitcoin nonostante le restrizioni di Pechino, che non vuole proprio accettare i bitcoin, anzi li sta sta combattendo con tutte le sue armi, definendo l’estrazione della criptovaluta per eccellenza, illegale. Ma, a differenza di quanto accaduto a maggio, quando ha annunciato per la prima volta il veto, questa volta i bitcoin hanno retto al muro eretto da Pechino.
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La domanda, comunque, (ri)sorge spontanea ora che i bitcoin hanno sfondato i 60mila dollari. Fino a che punto possono arrivare? La previsione è che l’avvento delle cripto porranno definitivamente fine al monopolio delle banche centrali sul controllo del denaro. La crescita dei bitcoin in un anno è stata quasi del 130%, facendo un discorso a lungo termini, i bitcoin nell’ultimo lustro si sono rivalutato del 10,337%. Ciò significa che se qualcuno ha acquistato un bitcoin il 20 ottobre 2017 e lo ha tenuto per tutto questo tempo, il suo capitale è passato da 574 euro a più di 56.000 euro. Scusate se è poco.
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