Sarà perché l’app funziona, perché ha più alternative del suo competitor. Sarà perché il 4 ottobre il triplo down di Facebook ha permesso a Telegram di accogliere, per dirla alla Pavel Durov, milioni di “rifugiati”. Sarà.
Ma i numeri non ammettono replica: il servizio di messaggistica istantanea e broadcasting basato su cloud ed erogato senza fini di lucro dalla società Telegram LLC, una società a responsabilità limitata con sede a Dubai, fondata proprio dall’imprenditore russo Pavel Durov, ha raggiunto la spaventosa cifra di un miliardo di utenti.
Si può discutere fino a un miliardo di volte, tanto per restare in tema, se tutti quei “rifugiati” continuano ora a utilizzare Telegram, anche dopo che Facebook, Instagram e Whatsapp sono tornati alla normalità, ma sempre di miliardo di download si tratta.
India, Russia e Indonesia fanno le fortune di Pavel Durov
Certo, il triplo down è stato un volano per Telegram, perché oggigiorno quando qualcosa smette improvvisamente di funzionare, non ci vuole molto per cercare alternative. Ed è proprio quello che è successo Facebook e la sua famiglia allargata (Messenger, Instagram e Whatsapp), quella serie di interruzioni di alto profilo ha prodotto la conseguenza di spingere gli utenti verso servizi concorrenti, quindi Telegram. Che, guarda caso, ha appena superato la soglia di un miliardo di installazioni nel Google Play Store.
I server di Facebook, invece, hanno portato gli utenti a fare un giro sulle montagne russe questo mese, scendendo, salendo e scendendo di nuovo in pochi giorni. Oltre a Facebook, molte di queste interruzioni hanno interessato anche Instagram e WhatsApp, un tempo soluzioni di Mark Zuckerberg. E ora problemi.
C’è chi scende, c’è chi sale. Per un Mark Zuckerberg in difficoltà, c’è un CEO di Telegram, Pavel Durov, che ha annunciato che la sua Telegram è riuscita a raccogliere circa 70 milioni di nuovi utenti a seguito della riorganizzazione, da qui l’arrivo di nuovi download.
E’ altrettanto vero che raggiungere e scalzare Whatsapp dal trono delle messaggistiche istantanee non sarà facile, visto che uno degli alfieri di Mark Zuckerberg ha sfondato il muro dei 5 miliardi di utenti, ma la distanza si sta assottigliando, anche questo è innegabile. E va sottolineato. Il rapporto indica anche che l’India è il mercato principale di Telegram, con il 22% dei download provenienti dal paese dell’Asia Meridionale. Guarda caso, la nazionale con il più alto numero di download della concorrente, WhatsApp. Ed è chiaro che la sfida fra Mark Zuckerberg e Pavel Durov, si gicoherà lì negli anni a venire. Anche se, a livello globale, il resto dei download che hanno permesso a Telegram di raggiungere, e superare, quota un miliardo, proviene dalla Russia, che rappresenta circa il 10% di tutte le installazioni, seguita dall’Indonesia, con l’8%. Il rapporto afferma che nella prima metà del 2021, l’app ha aggiunto circa 214,7 milioni di installazioni alle esistenti, con una crescita del 61% su base annua rispetto ai 133 milioni del primo semestre 2020.
Stando agli analisti, comunque, l’ascesa di Telegram è anche la conseguenza diretta di un altro autogol di Whataapp, al netto del triplo down del 4 ottobre, ossia delle nuove politiche di utilizzo di Whatsapp che, per alcuni mercati, ha introdotto la possibilità per le aziende di incrociare i dati degli iscritti al servizio con quelli di altre piattaforme parte del gruppo Facebook. In Italia, così come per i paesi legiferarti dal Gdpr, tale cambiamento non è operativo. A molti tutto ciò, a quanto pare, non sta più bene.