Perchè questa scelta infelice?
Marco Rubio e gli altri senatori che hanno firmato per la blacklist sono convinti che questa sia stata solo una manovra per evitare il cosiddetto embargo, una sorta di presa in giro da parte dei cinesi nei confronti delle regole americane, nel momento stesso dell’acquisto di Honor: la vendita sarebbe fittizia, solo una facciata, ma alla fine Honor resta comunque un Cavallo di Troia da parte dei cinesi per mettere le mani su quello che dapprima gli era stata negato, che è riuscito ad avere accesso alla stessa tecnologia che era stata vietata a Huawei. Per questo motivo, Marco Rubio chiede che si prendano provvedimenti urgenti per terminare questa farsa. Lo stesso senatore, nella sua lettera, fa presente che questo “potrebbe creare un pericoloso caso per il dipartimento del Commercio: se bastasse cambiare la ragione sociale ad una azienda cinese per evitare una restrizione facendo finta di venderla molte aziende “pericolose” si troverebbero nella condizione di prima, facendosi gioco delle decisioni Usa.” Parole sue.
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In tutta questa odissea però, Honor non ha rilasciato dichiarazioni alcune, ma non è la prima volta che accuse simili vengono lanciate e Honor rimane in silenzio: Huawei, in precedenza, aveva rilasciato una dichiarazione molto stretta, dove diceva esplicitamente di non avere più nulla a che fare con Honor, dissociandosi dalla sua “creatura”. Difficile capire se prevarrà il buon senso o se l’accanimento degli americani contro Huawei proseguirà ad oltranza (ch, si sa, non portano certo rancore… o almeno, non poco): per di più Honor, dopo mesi di difficoltà, è pronta a ripartire, anche nel nostro paese con l’arrivo dei nuovi pc con Windows 11. L’inserimento nella blacklist porterebbe alla distruzione del piano commerciale che Honor, intende seguire a qualunque costo.