Lanciati in orbita i 36 nuovi satelliti di OneWeb, per il progetto di internet satellitare in tutto il mondo. Nel frattempo però, sono già attivi i servizi Starlink, che aspettano i nuovi arrivi…
E’ partito ieri, 14 ottobre, dal cosmodromo russo di Vostochny, il razzo Soyuz, di proprietà di Arianespace che ne ha gestito il decollo, accompagnato da altri 36 nuovi satelliti OneWeb per il servizio di internet satellitare inglese-indiano che si prepara a diventare operativo entro il prossimo anno e non oltre secondo le proiezioni. Il lancio è avvenuto alle 11.40 ora italiana e per il rilascio dei satelliti su orbite diverse si prevede siano necessarie oltre 5 ore. Ma ce l’ha fatta.
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Con il nuovo lancio, l’attesa spasmodica per il progetto dell’ internet satellitare si trasforma finalmente in una realtà concreta, perché con i nuovi satelliti messi in orbita nelle scorse ore, la costellazione OneWeb sale a più di 300 satelliti operativi, siamo perfettamente nella metà dei 648 pianificati, e si prepara in davvero poche settimane a offrire i servizi di internet satellitare promessi, almeno agli utenti che si trovano nelle regioni dell’estremo Nord del pianeta e che faticavano già da prima con una connessione internet non idonea. Entro febbraio ne sono pianificati altri 100 e l’obiettivo è fornire una copertura globale entro la fine del 2022, per portare internet anche nei paesi del terzo mondo e in posti completamente fuori portata, come Groenlandia e simili. Per completare la sua costellazione OneWeb avrà bisogno di ancora altri 8 lanci già concordati con l’operatore europeo Arianespace ma già nei prossimi mesi la società anglo-indiana ha comunicato che si avvarrà anche di lanciatori indiani, della NewSpace India.
Nel frattempo, l’analogo servizio Starlink di SpaceX non se ne sta certo con le mani in mano: si presenta già operativo, anche se in fase beta (ovvero di prova), e anche in Italia si registrano le prime attivazioni in alcune regioni (dovrebbe essere arrivata una mail di conferma). Alla nuova corsa si aggiungeranno infatti, nel giro di qualche mese, anche nuovi concorrenti come Amazon con Project Kuiper, Telesat con satelliti realizzati da Thales Alenia Space e Inmarsat con una sorta di satelliti di vario tipo. Insomma, Starlink non soffre di solitudine. Questo a dimostrazione che il settore dell’internet satellitare si è rapidamente trasformato in uno dei mercati più affascinanti per la space economy, aperta prima da tutti da SpaceX con il servizio Starlink e ora prosegue con OneWeb, l’azienda con base in Inghilterra ma che produce i suoi satelliti negli Usa e di proprietà del governo britannico e dell’azienda indiana Bharti Global. Ecco perchè viene chiamato Internet Satellitare Anglo-Indiano. C’è però da spezzare una lancia in favore del progetto in mano a Musk: SpaceX ha già in orbita oltre 1.400 satelliti, tutti pienamente operativi, e ha avviato i primi servizi commerciali in tutto il globo (per ora solo in 55 territori ma entro l’anno dovrebbe coprire tutto). Copertura differente invece se parliamo del servizio OneWeb che sarà disponibile solo per le zone che circondano il polo Nord, per ora, e solo nel 2022 sarà estesa all’intero pianeta.
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Però adesso si sono lanciati nello spazio, letteralmente, nuovi investitori. Primo su tutti Amazon con il progetto Kuiper che sta lavorando alla realizzazione dei primi satelliti da lanciare in orbita, oltre 3.000 in totale, ma che inizieranno ad essere messi in orbita non prima del 2022. A seguire, la canadese Telesat, che ha recentemente commissionato a Thales Alenia Space la realizzazione di 298 satelliti , operativi non prima del 2024. Poi la britannica Inmarsat con un servizio chiamato Orchestra per la varietà di dispositivi utilizzati.
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