Un’ipotesi tanto rivoluzionaria quanto spaventosa: e se l’universo non fosse mai nato? La nuova teoria lascia tutti sbigottiti e parla del Big Bang non come evento di inizio “del tempo”.
La domanda è da sempre al centro delle “crisi esistenziali” dell’uomo. Da dove veniamo? Quando tutto ha avuto inizio? In tanti hanno tentato di porre rimedio a questa annosa questione che da secoli, millenni, attanaglia la mente dell’uomo. Ora che la teoria del Big Bang sembrava aver allineato le coscienze di tutti, ecco spuntare un’altra, incredibile ipotesi, che rimescola le carte.
E se l’universo non avesse mai avuto un inizio?
Il Big Bang è davvero il momento in cui il tempo è nato o un semplice evento, figlio del corso di qualcosa che esiste semplicemente… da sempre? La nuova, incredibile e spaventosa ipotesi sull’inizio dell’esistenza per come la conosciamo è emersa dal fisico dell’università di Liverpool, Bruno Bento. La sua idea parla di un universo “infinito al passato“.
Abbracciando questa spaventosa ipotesi si risolverebbe il problema della singolarità, con buchi neri e Big Bang protagonisti di una relatività generale che collide con risultati affidabili che cerchiamo da ormai diversi decenni. Parliamo comunque di una teoria retta da evidenze matematiche e che si basa sulla teoria della relatività quantistica denominata teoria degli insiemi casuali. In sostanza, tale teoria ci mette di fronte ad uno spazio-tempo non appartenenti ad un tessuto continuo, ma costituito da pezzi discreti. Unità fondamentali al di sotto delle quali non si può scendere – un corrispettivo dei quanti di energia.
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La teoria della relatività generale descrive in modo preciso e coerente il nostro universo. Tuttavia inciampa nel descrivere il centro dei buchi neri ed il Big Bang, la cosiddetta origine dell’universo. In questo caso si parla di singolarità, sfruttando ulteriori teorie come la teoria delle stringhe, o la gravità quantistica a loop.
Quel che manca è una teoria dell’universo davvero… universale
Un problema che centinaia di studiosi e menti brillanti stanno cercando di risolvere, ma per ora ancora nessuno ci è riuscito. Bento sembra però aver trovato l’alternativa per risolvere la singolarità, partendo da un pensiero che riscrive il concetto di spazio-tempo. Seguendo questa teoria, il tempo, secondo lo studioso di Liverpool, sarebbe fisico, e non una “illusione” o “qualcosa che accade all’interno del nostro cervello”. Piuttosto un insieme in continua crescita. Così il problema delle singolarità è risolto, perché non possono esistere: lo spazio-tempo non si può comprimere all’infinito.
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L’articolo di Bento, disponibile su arXiv, ci parla quindi di un universo infinito al passato. Il Big Bang non è stato l’inizio di nulla, perché c’è sempre stato qualcosa prima. Una teoria spaventosa ma allo stesso tempo affascinante e… coerente.