Così piccolo, tanto grande. Le dimensioni di un granello di sabbia a cui sono state costruite delle ali per fargli spiccare il volo, per diventare l’oggetto volante più piccolo al mondo.
Roba da Guiness dei primati quello della Northwestern University, pubblicato sulla nota rivista Natura. Microflier, si chiama così il nuovo microchip volante che prende il volo nel vento e gira come un elicottero attraverso l’aria verso la terra.
L’incredibile invenzione del team della Northwestern University è venuta in mente studiando gli aceri e altri tipi di semi dispersi dal vento, così gli ingegneri hanno ottimizzato l’aerodinamica del microchip per garantire che, quando viene lasciato ad alta quota, potesse cadere a bassa velocità in modo controllato. Il video, postato su YouTube, ha ottenuto oltre trecentomila visualizzazioni, con moltissimi feedback positivi.
Madre natura evolve metodi intelligenti per aumentare la sopravvivenza di varie piante
La maggior parte delle persone ha visto il vorticoso seme dell’elica di una foglia d’acero girare nell’aria e atterrare dolcemente sul marciapiede. Ma questo è solo un esempio di come la natura ha evoluto metodi intelligenti e sofisticati per aumentare la sopravvivenza di varie piante. Assicurando che i semi siano ampiamente dispersi, piante e alberi altrimenti sedentari possono propagare le loro specie su vaste distanze per popolare vaste aree.
Questo comportamento stabilizza il suo volo, garantisce la dispersione su un’ampia area e aumenta la quantità di tempo in cui interagisce con l’aria, rendendolo ideale per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico e delle malattie trasmesse dall’aria. “Il nostro obiettivo era aggiungere il volo alato ai sistemi elettronici su piccola scala, con l’idea che queste capacità ci avrebbero permesso di distribuire dispositivi elettronici miniaturizzati altamente funzionali per rilevare l’ambiente, per il monitoraggio della contaminazione, la sorveglianza della popolazione o il monitoraggio delle malattie”. Così John Rogers, uno del team della Northwestern University.
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“Siamo stati in grado di farlo utilizzando idee ispirate al mondo biologico. Nel corso di miliardi di anni, la natura ha progettato semi con un’aerodinamica molto sofisticata. Abbiamo preso in prestito quei concetti di design, li abbiamo adattati e applicati alle piattaforme dei circuiti elettronici”.
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I microchip volanti creati dalla Northwestern University sono inferiori a un millimetro, nella dimensione della microscala, superiori a uno nella macroscala. Un mente geniale, comunque, quella di John Rogers, plurilaureato, professore Louis Simpson e Kimberly Querrey di scienza e ingegneria dei materiali, ingegneria biomedica e chirurgia neurologica presso la McCormick School of Engineering e la Feinberg School of Medicine, nonché direttore del Querrey Simpson Institute for Bioelectronics. Rogers è stato coadiuvato in questa nuova invenzione da Yonggang Huang, Jan e Marcia Achenbach, professore di ingegneria meccanica presso McCormick.