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Twitch e le nuove norme anti bullismo online

Una piattaforma di live streaming, di proprietà di Amazon, festeggia i suoi dieci anni di vita mettendosi di traverso contro un problema che affligge sempre più i giovani: il bullismo. Non solo quello nel mondo reale, ma anche in quello virtuale.

Twitch (Adobe Stock)

L’ex ormai spin-off di Justin.tv, diventato nel corso degli anni sempre più un punto di riferimento per gli appassionati di game con le sue chat dal vivo, ha annunciato forti misure restrittive, con il chiaro scopo di ridurre il più possibile la presenza di bot automatici, software che inviano messaggi nelle finestre di chat dei creator per contaminarle e di fatto renderle impraticabili.

Una mossa che altri non è che la punta di un iceberg: dopo mesi passati a combattere un’ondata di campagne di molestie contro gli streamer emarginati, Twitch ha intentato una causa contro due presunti hater. La causa, depositata presso la Corte Federale degli Stati Uniti, nomina due imputati, CruzzControl e CreatineOverdose, ritenendoli presunti colpevoli dell’ondata di “incursioni di odio” che hanno afflitto Twitch lo scorso agosto.

Twitch, un momento complesso: serve un bel giro di vite

Cyberbullismo, Twitch mette un freno (Adobe Stock)

Nella causa, Twitch non usa giri di parole. Un j’accuse in piena regola: “CruzzControl è responsabile di quasi 3.000 account bot associati a raid di odio. I bot sviluppati e implementati da CruzzControl sono stati collegati a vari eventi di raid di odio, inclusi quelli che prendono di mira gli streamer neri e LGBTQIA+ con contenuti razzisti, omofobici, sessisti e altri molesti”.

Le accuse continuano: “CruzzControl ha ammesso di utilizzare i bot per inondare i canali Twitch di contenuti molesti. Hanno anche dimostrato come funzionano i bot in modo che altri possano utilizzare metodi simili per compiere raid di odio”.

Twitch ha anche collegato CreatineOverdose direttamente ai raid di odio. Ad esempio, il 15 agosto 2021, CreatineOverdose avrebbe utilizzato il suo software bot per dimostrare come potrebbe essere utilizzato per inviare spam ai canali Twitch con insulti razziali, descrizioni grafiche della violenza contro le minoranze e afferma che i raider dell’odio sono i “KKK”.

In questo contesto si inseriscono le nuove misure restrittive di Twitch. Qualsiasi streamer potrà richiedere la verifica del numero di telefono a chi entra in chat, addirittura prima di poter scrivere un messaggio. Una norma valida come impostazione predefinita in caso di seguaci con un nuovo profilo o con pochi amici. Non solo. Se un account associato a un numero di telefono viene sospeso, spariranno tutti i suoi account associati, sia sul sito sia sul canale. Non è un momento facile, per questo Twitch fa un bel giro di vite.

Antonino Gallo

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