Per Luca de Meo, CEO della Renault, l’aumento del prezzo delle automobili sarà inevitabile anche a causa della carenza di chip mondiale.
Il mondo dell’auto è in piena rivoluzione, ma il suo futuro è più nebuloso che mai. Per chiarire la situazione in atto vanno separati tra loro gli effetti temporanei con quelli strutturali, di lungo periodo. Oggi l’industria automobilistica mondiale è in sofferenza per la carenza di chip, un problema che sta colpendo tutto il mondo tecnologico. Accanto a questa c’è da registrare l’impennata del costo dei carburanti, che per ora i paesi produttori non intendono combattere. Già questo sta contraendo fortemente l’acquisto di auto, soprattutto nel mondo occidentale.
Accanto a questi elementi ci sono invece quelli di lunga durata, legati alla sostenibilità economica e a quella ambientale, fortemente interconnesse tra loro. La transizione ecologica impone un abbandono dei motori termici, che per diversi paesi europei potrebbe arrivare entro il 2030. Cosa faranno gli automobilisti? Pensare che tutti aggiorneranno la propria vettura è utopistico, anche perché l’attuale produzione mondiale, legata alle batterie, non sarebbe in grado di rispondere. Questo significa che a medio-lungo termine assisteremo ad una progressiva ma inevitabile diminuzione del parco circolante, con la relativa conseguenza della diminuzione delle vendite.
A questo si aggiunge l’aspetto ecologico: le restrizioni che oggi colpiscono i motori a benzina e diesel, prima o poi arriveranno anche alle auto a batteria, che hanno un livello alto di inquinamento sia alla produzione che allo smaltimento, almeno allo stato tecnologico attuale. Il passaggio che risolverebbe l’equazione è quello all’idrogeno verde, che però oggi ha un alto costo di produzione.
Carenza di chip, disinteresse dei giovani e econosostenibilità: sarà la fine dell’auto?
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C’è poi una ulteriore considerazione sociale: le nuove generazioni sono sempre meno interessate alle auto di proprietà e guardano con interesse alla condivisione del mezzo attraverso sistemi di car sharing. Tutto questo fa si che per il mondo dell’auto il futuro sarà sempre più difficile, anche per i costruttori che oggi producono quasi 10milioni di auto. Luca de Meo, CEO Renault, ha confermato le previsioni pessimistiche con un inevitabile aumento dei prezzi finali, dovuto infine anche al maggior costo per le materie prime, di cui c’è scarsità globale.
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Gli incentivi stanno creando poi un grosso equivoco, perché non sono sostenibili da alcun governo nel medio-lungo periodo. Questo significa che per i prossimi anni ci si troverà di fronte ad un mercato con scarsità di domanda rispetto all’offerta, disperata, delle case che avranno bisogno di vendere il più possibile a fronte degli investimenti tecnologici legati alla sicurezza e al minore impatto ambientale. La soluzione? Da industria legata alla vendita, il mondo dell’auto si dovrà forse evolvere verso un ristrutturazione legata al concetto di leasing o sharing, unica soluzione per continuare a vedere ancora automobili per il futuro.