La fiducia nella campagna vaccinale è un passaggio chiave nella lotta a quella pandemia da Coronavirus, che da due anni a questa parte ha scombussolato il mondo, cambiando radicalmente le nostre abitudini.
I vaccini anti Covid vanno fatti. Chi dice il contrario sbaglia, oppure ha paura dell’ago. Negli Stati Uniti avrebbero trovato un modo per ovviare a questo (secondo) problema: cerotti con microaghi progettati per fornire con precisione carichi nello spazio intradermico, ricco di cellule immunitarie.
Questo nuovo sviluppo di matrice statunitense fornirebbe un approccio vaccinale non invasivo e autoapplicabile, eliminando la necessità di aghi ipodermici e il dispendio di energie ospedaliero per inserire personale medico qualificato nella somministrazione del vaccino.
Vaccini anti Covid-19, il nuovo studio proveniente dagli Stati Uniti: cerotti e microaghi
Nuovi metodi avanzati di stampa 3D, dunque, per consentire la produzione di microaghi polimerici di geometrie controllate, difficili da produrre con metodi tradizionali, progettati per migliorare il rivestimento dei componenti del vaccino. Utilizzando componenti del vaccino modello, il report statunitense ha dimostrato che la somministrazione di microaghi stampati in 3D può portare a una maggiore ritenzione del carico nella pelle, all’attivazione delle cellule immunitarie e a risposte immunitarie umorali e cellulari più potenti rispetto alle tradizionali vie di vaccinazione.
La vaccinazione è una misura troppo essenziale di sanità pubblica per la prevenzione delle malattie infettive. Non solo per il maledetto Covid-19. L’esposizione del sistema immunitario a formulazioni di vaccini con la cinetica appropriata è fondamentale per indurre l’immunità protettiva.
In questo lavoro, sono stati progettati e fabbricati array di microaghi sfaccettati, utilizzando una tecnica di stampa tridimensionale, chiamata produzione continua di interfaccia liquida (CLIP). Il report rivela un esign a microaghi sfaccettato, con un aumento della superficie rispetto al design piramidale quadrato liscio, producendo a un rivestimento superficiale migliorato dei componenti del vaccino modello, ovalbumina e CpG.
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Utilizzando tag fluorescenti e immagini di animali vivi, lo studio made in USA ha valutato la ritenzione del carico in vivo e la biodisponibilità nei topi, in funzione della via di consegna. Rispetto all’iniezione in bolo sottocutaneo dei componenti solubili, la somministrazione transdermica di microaghi non solo ha determinato una maggiore ritenzione del carico nella pelle, ma ha anche migliorato l’attivazione delle cellule immunitarie nei linfonodi drenanti.
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Inoltre, il vaccino a microaghi ha indotto una potente risposta immunitaria, con IgG totali più elevate (immunoglobulina G) e un repertorio di IgG1/IgG2a più equilibrato e ha raggiunto il risparmio di dose, suscitando perfino risposte delle cellule T come caratterizzate da cellule T CD8+ citotossiche funzionali e cellule T CD4+ che secernono citochine Th1, helper di tipo 1. Nel loro insieme, i microaghi stampati in 3D CLIP rivestiti con componenti del vaccino forniscono una piattaforma utile per una vaccinazione non invasiva, autoapplicabile. E soprattutto fanno sparire la paura in coloro che non si fanno il vaccino per il timore da ago.