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#whatsappdown, ma non solo: il lungo pomeriggio da incubo di Mark Zuckerberg

Non è la prima volta, probabilmente non sarà neanche l’ultima. Il mondo si ferma, almeno quello tecnologico, quello che fa leva sui social o sulla messaggistica istantanea numero uno: Whatsapp. Ma anche Facebook e Instagram: tutti giù, nella giornata da incubo (senza precedenti) di Mark Zuckerberg.

Facebook, il colosso dei social che controlla anche Instagram e whatsapp (Adobe Stock)

Sono le 17.30 circa di un 4 ottobre che passerà alla storia. All’improvviso ecco l’odiosa rondellina che gira all’infinito, il fastidiosissimo buffering: non funzionano più Whatsapp, Facebool e Instagram. Chi con i social ci lavora è obbligato a fermarsi, o a passare immediatamente su Telegram. I primi a dare l’annuncio, praticamente, sono gli utenti di Twitter. Decolla sin da subito l’hashtag #WhatsAppdown, trend topic in un amen, mentre anche i due social di Mark Zuckerberg, Facebook e Instagram, vanno giù, accompagnati dagli inseparabili #instagramdown e #facebookdown, naturalmente anch’essi trend topic sul social dell’Uccellino, quello sì funzionante.

Il sito downdetector segnala un’impennata di segnalazioni di disservizi e problemi da parte di milioni di utenti. Francia, Germania e Belgio in primis, a cascata tutta Europa, naturalmente il blackout è presente negli Stati Uniti. Il mondo dei social si spegne: “WhatsApp è attualmente alle prese con problemi, come altri servizi di Facebook“.

Instagram, Facebook e Whatsapp: le segnalazioni crescono con il passare delle ore

Whatsapp, messaggistica numero uno al mondo (Adobe Stock)

Il sempre informato @WABetaInfo acuisce il blackout. Un blackout internazionale, che ha colpito non solo l’Italia, ma il mondo intero. Alle 17.47 le segnalazioni raggiungono quota 17mila su Instagram, addirittura oltre 44mila per la messaggistica istantanea californiana numero uno al mondo. Per non parlare di Facebook: pronti-via a 11mila segnalazioni. I numeri aumentano in maniera esponenziale con il passare del tempo, diventando ore. Ore e ore. Un blackout mai visto prima.

A stretto giro di posta, arriva l’annuncio ufficiale, quello di whatsapp: “Siamo al corrente dei problemi che alcune persone stanno incontrando con WhatsApp al momento – si legge – stiamo lavorando per riportare le cose alla normalità e forniremo aggiornamenti qui appena possibile. Grazie per la vostra pazienza”.

Facebook segue a ruota, pubblicando su Twitter, dopo le 18: “Siamo consapevoli che alcune persone hanno problemi ad accedere alle nostre app e ai nostri prodotti – si legge sul profilo ufficiale – stiamo lavorando per riportare le cose alla normalità il più rapidamente possibile e ci scusiamo per gli eventuali disagi”. L’ultimo disservizio che aveva interessato le tre app di Mark Zuckerberg risale allo scorso 19 marzo, era durato appena 45 minuti. Stavolta i minuti diventano ore, interminabili: è una delle giornate più difficili per colui che creò Facebook in una stanza del dormitorio di Harvard, prima di lanciarla ormai nel lontano 2004. Il titolo di Facebook, già affossato dalle pesantissime accuse di una ex dipendente (Frances Haugen, in un’intervista al Wall Street Journal) cede ora il 5,7%. A mezzanotte inoltrata (in Italia) i primi suoni degli smartphone segnalano il ritorno alla normalità. L’incubo di una società che ormai vive di social e messaggistiche, sia per lavorare sia per divertirsi, è finito. Mark Zuckerberg può andare a dormire: quando si sveglierà, dovrà spiegarci molte cose.

Antonino Gallo

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