Bene, bravi, bis. Dopo il successo della prima, Sonos è pronta a ripetersi. L’azienda statunitense d’elettronica di consumo fondata nel 2002 da John MacFarlane, Craig Shelburne, Tom Cullen e Trung Mai, con sede a Santa Barbara, in California, lancia Sonos Beam 2: suona bene e ha una marcia in più col Dolby Atmos.
Con in testa la creazione di un servizio wireles Sonos sviluppa e produce sistemi di altoparlanti attivi e componenti hi-fi, collegati in rete tramite WLAN. In questo contesto va inserito Sonos Beam 2. Disponibile dal 5 ottobre, costa leggermente di più del suo predecessore, 449 euro, con le stesse dimensioni compatte dell’originale del 2018.
Appare quindi evidente che il sequel della soundbar Beam di seconda generazione, è più un aggiornamento che una reinvenzione. I driver degli altoparlanti all’interno dell’unità sono completamente invariati. Sonos, comunque, ha ritoccato il design passando da un rivestimento in tessuto sul primo Beam alla plastica perforata, tipica dell’azienda con fori finemente trapanati che corrono lungo l’intera parte anteriore della soundbar. E poiché è dotato di una maggiore potenza di elaborazione ed eARC, il nuovo modello supporta l’audio Dolby Atmos immersivo.
L’allettante vantaggio dell’integrazione nativa con il sistema audio multiroom
E’ una soundbar destinata a una clientela ben definita, per le persone che desiderano aggiornare il pessimo audio integrato della propria TV, con l’allettante vantaggio dell’integrazione nativa con il sistema audio multiroom di Sonos. Al suo prezzo, il Beam è più costoso delle soundbar entry-level di Vizio e simili.
E se sei disposto a spendere il doppio, puoi ottenere soundbar Atmos molto più grandi e robuste come Arc di Sonos o alternative di Sony e Bose. Il raggio è sminuito in termini di dimensioni dall’arco e le sue prestazioni sonore non si avvicinano allo stesso livello, ma il suo fascino non è stato minimamente toccato.
La differenza è che il nuovo processore all’interno di Beam è il 40% più veloce. Supporta Dolby Atmos per film, TV e musica. Scott Fink, product manager di Sonos, afferma che la potenza della nuova CPU ha consentito all’azienda di aumentare gli array di altoparlanti. Il nuovo Beam, in tal senso, ne ha due in più rispetto ai tre del modello precedente: le aggiunte sono dedicate tutte al surround.
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Durante la revisione del Beam originale, Nilay ha affermato che la chiave era non pensarci troppo. Ma rendendo Atmos un pilastro del modello di seconda generazione, Sonos sta lasciando spazio alle persone per fare proprio questo ed entrare con aspettative non realistiche.
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C’è l’HDMI, naturalmente, un jack Ethernet, un pulsante di connessione e l’ingresso di alimentazione. La novità di Beam di seconda generazione è che Sonos ha aggiornato la porta HDMI per supportare eARC, che abilita Atmos e include altri vantaggi che spesso non vengono pubblicizzati. Ad esempio, se hai una TV con HDMI 2.1, non dovresti riscontrare problemi di sincronizzazione audio e video (anche durante i giochi), che potrebbero essere comuni sul primo Beam. Si per sé un buon motivo per apprezzare la novità del palindromo Sonos.