La missione spaziale BepiColombo si sta rivelando un grandissimo successo: sono arrivate infatti le prime immagini della superficie di Mercurio, scattate dalla sonda partita ormai 3 anni fa, che mostrano da vicino la superficie del Pianeta più vicino alla Terra.
Un risultato che sa anche un po’ di Italia: la missione infatti è una collaborazione tra Europa, Italia e Giappone, dato che vi partecipano l’ESA (Agenzia Spaziale Europea), la JAXA (Agenzia Spaziale Giapponese) e l’ASI, Agenzia Spaziale Italiana.
Come si può vedere dall’immagine, che riporta uno scatto di una parte della superficie di Mercurio scattata a 2.4280 km di distanza, il terreno di Mercurio è pieno di crateri. O perlomeno lo è la zona immortalata dalla sonda.
BepiColombo, origine e missione dell’avventura spaziale
La missione BepiColombo è stata chiamata così perché dedicata allo scienziato padovano Giuseppe Colombo, il quale scoprì l’accoppiamento tra rotazione e rivoluzione di Mercurio contribuendo allo sviluppo della sonda Mariner 10. Oltre a collaborare con l’Agenzia Spaziale Italiana, fu insignito della medaglia d’oro dalla NASA per l’importanza dei suoi studi nel campo della ricerca spaziale.
Una cosa curiosa e molto interessante, l’iniziativa dell’ESA che, sulla falsariga della missione Rosetta, ha previsto una campagna di comunicazione che racconterà tramite cartoni animati le fasi cruciali della missione.
La missione è basata su due sonde, il Mercury Planetary Orbiter (MPO), che trasporta gli strumenti destinati allo studio della superficie, esosfera e della composizione interna del pianeta, e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO), che trasporta gli strumenti dedicati allo studio della magnetosfera del pianeta. Originariamente la missione prevedeva anche un lander (il Mercury Surface Element detto anche MSE) ma è stato cancellato a causa dell’eccessivo costo.
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I due elementi, MPO e MMO, agganciati tra loro a formare il Mercury Composite Spacecraft (MCS), sono stati lanciati da un Ariane 5. Le sonde effettueranno quindi un viaggio di 7,2 anni complessivi verso Mercurio, collegate tra di loro tramite lo specifico modulo, il Mercury Transfer Module (MTM), usando una propulsione solare elettrica e la spinta gravitazionale della Terra, di Venere e di Mercurio, per un totale di nove effetti fionda. L’ingresso in orbita attorno a Mercurio è previsto per il dicembre 2025.
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La foto è il primo scatto che è stato raccolto dalla sonda dal momento del lancio nell’ottobre del 2018. Come detto, nel 2025 la sonda di BepiColombo sarà presumibilmente catturata del tutto dall’orbita di Mercurio, ed a quel punto, ruoterà intorno a Mercurio per circa 2 anni, inviando sulla Terra numerose immagini, utilizzate dagli scienziati per capire come è fatta la superficie del Pianeta, come si sviluppa il suo campo magnetico e come si sviluppa l’interazione tra Mercurio e il vento solare.