Di fatto, era stato tutto finalizzato a luglio, o forse anche prima vista i rapporti tutt’altro che idilliaci fra Huawei e gli Stati Uniti. Inizia ottobre, a fine mese, il 29, la Federal Communications Commission (FCC) degli Stati Uniti aprirà il programma da 1,9 miliardi di dollari per rimborsare la maggior parte dei vettori di telecomunicazioni statunitensi rurali per la rimozione di apparecchiature di rete realizzate da società cinesi, ritenute minacce alla sicurezza nazionale come Huawei.
L’anno scorso, la FCC ha designato Huawei e ZTE (e non solo) come minacce alla sicurezza nazionale per le reti di comunicazione, una dichiarazione che ha impedito alle aziende statunitensi di attingere a un fondo governativo da 8,3 miliardi di dollari per acquistare attrezzature dalle società.
La FCC a dicembre ha adottato regole che richiedono ai vettori con apparecchiature ZTE o Huawei di sostituire tali apparecchiature. Il programma americano, stabilito a marzo, finalizzato a luglio, che si aprirà il 29 ottobre, terminerà con la chiusura delle domande il 14 gennaio 2022.
La FCC amplia la forbice delle società ammissibili al rimborso
Il problema è grande per i vettori rurali che devono affrontare costi elevati e difficoltà a trovare lavoratori per rimuovere e sostituire le attrezzature. L’astio fra Stati Uniti e Huawei, ancora di più. La FCC ha ampliato la forbice delle società ammissibili al rimborso, da quelle con 2 milioni o meno di clienti a quelle con circa 10. A settembre 2020 le stime dei costi erano di 1,837 miliardi di dollari per rimuovere e sostituire le apparecchiature Huawei e ZTE dalle reti.
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A giugno, la votazione, il mese successivo l’approvazione definitiva. Nell’agosto 2020, il governo degli Stati Uniti ha vietato alle agenzie federali di acquistare beni o servizi da una qualsiasi delle cinque società cinesi. A febbraio, Huawei ha impugnato la dichiarazione in una petizione depositata presso la Quinta Corte d’Appello del Circuito degli Stati Uniti, rifiutando di commentare l’ultima presa di posizione della la Federal Communications Commission.
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La FCC, comunque, potrebbe anche revocare le autorizzazioni preliminari per le apparecchiature rilasciate alle società cinesi. Cinque le aziende nella black list statunitense, considerato una minaccia per la sicurezza nazionale ai sensi di una legge del 2019 volta a proteggere le reti di comunicazione statunitensi: Huawei in primis, ma anche ZTE, nonché Hytera Communications Corp, Hangzhou Hikvision Digital Technology Co e Zhejiang Dahua Technology Co. Una battaglia senza esclusioni di colpi quella degli Stati Uniti, iniziata praticamente da Trump, ma anche adesso si va tutt’altro che d’amore e d’accordo.