Netflix sceglie Android come piattaforma su cui puntare per il gaming. Un nuovo campo di gioco in cui il colosso dello streaming potrebbe, contro ogni aspettativa, non puntare sul game streaming.
Netflix è pronto a conquistare un altro campo di gioco: quello del gaming. Un altro, l’ennesimo, colosso che punta ad accaparrarsi una fetta di un business che conta oggi centinaia di milioni di utenti, di ogni genere ed età, vogliosi di passare qualche ora in compagnia di puro intrattenimento videoludico. Ma, contro ogni aspettativa, il gigante dello streaming non abbraccia l’idea del game streaming per il suo servizio in abbonamento.
Normali download, con software da scaricare ed installare localmente sulla propria piattaforma. In questo senso l’idea di Netflix va nettamente controcorrente, in un mercato dove si punta – seppur timidamente – sempre più nella direzione dello streaming, ovunque e comunque. I primi cinque giochi disponibili gratuitamente in Italia sono Stranger Things 3: Il Gioco, Stranger Things: 1984, Card Blast, Teeter Up e Shooting Hoops.
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Nomi che, oggettivamente, non sono altisonanti né tanto squisiti da determinare un passaggio al servizio. Ma è già qualcosa, se si pensa che il download non necessita di alcun esborso economico ulteriore – oltre all’ovvia iscrizione in abbonamento. Tuttavia la scelta di Netflix lascia comunque perplessi, in un mondo dove, oltre al colosso dello streaming di film, serie TV e documentari, ci sono tanti altri competitor sicuramente più interessanti sotto il profilo dell’offerta videoludica.
Di sicuro una scelta volta al risparmio vista la natura dei titoli, tutti di natura interna agli studi di produzione e sviluppo della piattaforma. È probabile che, dopo un primo periodo di assestamento, Netflix decida di introdurre produzioni di maggior rilievo e spicco nel suo pacchetto mensile di giochi gratuiti. Ma questo dipenderà solo e soltanto dalla risposta degli abbonati.
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Altra scelta controversa, la decisione di non abbracciare il gaming in streaming. Una decisione che va in netta contrapposizione con la natura di Netflix, che dello streaming ha fatto la sua fortuna. Di fatto è comunque una tecnologia agli albori per cui è necessaria una infrastruttura importante e – probabilmente – l’azienda non ha i fondi e le competenze, attualmente, per sostenerla appieno.