Prima o poi doveva succedere. Nei film d’antan che ipotizzavano il futuro (quello che oggi è il presente), l’uomo avrebbe mangiato cibo in cubi colorati, sintetico e ben poco “bio”. A causa di una mancanza di materie prime consumate dall’umanità.
Ecco, oggi la situazione non è poi molto discosta da quello che ipotizzavano i nostri “antenati”: il cibo si fa sempre più “in laboratorio”, per via della deforestazione galoppante e dell’inquinamento che sta indebolendo la catena alimentare. E dopo la carne sintetica, arriva pure il caffè.
Nino Manfredi diceva “Il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?“. E gli scienziati del VTT Technical Research Centre of Finland, nell’annunciare la prima coltivazione di caffè in laboratorio con agricoltura cellulare, assicurano che «è buono, il sapore è quello del caffè tradizionale».
Caffè sintetico: è sostenibile, e riduce la deforestazione
«A causa di un aumento della domanda e delle numerose sfide in termini di sostenibilità che sottopone la filiera tradizionale del caffè, il mondo ha urgente bisogno di metodi alternativi di produzione. L’elevata domanda richiede una maggiore superficie per la produzione di chicchi in numero sufficiente a soddisfarla, il che porta alla deforestazione nelle aree più sensibili della foresta pluviale».
E’ con queste parole che dal VTT si danno notizie circa la nuova metodologia di coltivazione del caffè. Che sicuramente ancora è una vera e propria sfida per gli scienziati, ma che pone le basi per un futuro decisamente interessante.
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I tipi di coltivazioni utilizzate dal VTT hanno già dato vita a prodotti alimentari come la “carne non carne” per quanto riguarda il comparto animale, e nel vegetale si è iniziato col caffè sintetico. Il VTT lavora a un progetto che si focalizza sulle colture cellulari di caffè, che portano a una produzione di biomassa biancastra che alla fine del processo viene essiccata e trasformata in polvere, e poi infine tostata fino a ottenere il classico colore del caffè.
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Questo tipo di coltivazione, se dovesse passare dalla sperimentazione alla realtà, non andrebbe comunque a sostituire il caffè “vero”. Una buona notizia per gli amanti e appassionati di caffè, che sicuramente non devono aspettarsi di veder sparire il caffè nemmeno in un lontano futuro, ma di sicuro questa soluzione sarebbe una valida alternativa che andrebbe a calmierare la sempre crescente richiesta e aiuterebbe a ridurre l’impatto sull’ambiente.