Si chiama Saildrone e si tratta di imbarcazioni robot molto simili a droni, che hanno lo scopo di intrufolarsi nell’occhio del ciclone per studiare uno dei fenomeni atmosferici più complessi al mondo.
Saildrone è una startup americana, originaria della Silicon Valley, e ha appunto realizzato queste imbarcazioni/drone in grado di attraversare il cuore degli uragani senza ovviamente equipaggio, sopravvivendo a venti pazzeschi e alle onde che gli stessi possono generare.
SAILDRONE, L’IBRIDO BARCA-DRONE CHE ENTRA NELL’OCCHIO DEL CICLONE
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“Se sei al centro di un uragano a quel tipo di velocità del vento – ha spiegato ai microfoni della CNN il direttore tecnico della NOAA, National Oceanic and Atmospheric Administration, Chris Meinig – l’oceano è un grande e schiumoso disordine proprio lì dove inizia l’acqua e finisce l’aria. Non riesco a immaginare – ha aggiunto – di far volare di proposito un aereo o una nave in un uragano. Preferirei di gran lunga inviare questi robot e fargli fare il loro lavoro”. Saildrone ha stilato una partnership proprio con il NOOA con l’obiettivo di studiare meglio gli uragani, alla luce anche delle devastanti conseguenze che gli stessi hanno sul territorio degli Stati Uniti, leggasi il recente Ida giusto per avere un’idea, che ha provocato 78 morti. Le navi di Saildrone sono lunghe 23 piedi, circa 7 metri, e sono dotate di quattro telecamere, ed inoltre misurano il vento così come la temperatura dell’oceano e dell’aria.
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“Nessuno ha mai osservato cosa succede alle onde nel centro dell’uragano. Quindi speriamo di poter vedere con la telecamera come appare l’acqua”, ha detto Richard Jenkins, CEO dell’azienda, spiegando appunto di voler scoprire come avviene lo scambio di energia e calore fra l’oceano e l’atmosfera. Una volta che il drone/barca raccoglie i dati, questi vengono inviati agli uffici di Alameda, in California, in tempo reale, e analizzati dagli esperti. I droni sono già stati utilizzati nelle scorse settimane, e Saildrone non ha registrato alcuna perdita. Obiettivo, oltre a studiare da vicino gli uragani, capire anche come sta evolvendo il cambiamento climatico a livello oceanografico, una sorta di “stomaco” del nostro pianeta: “Gli oceani stanno davvero guidando il nostro clima e il nostro clima globale – ha detto ancora Jenkins – comprendere il tasso di cambiamento ci darà davvero una visione profonda del nostro futuro e di come potremmo aver bisogno di cambiare le cose”. Senza dubbio una tecnologia molto interessante che speriamo possa aiutare le autorità a meglio prevenire questi fenomeni atmosferici che a volte possono risultare realmente catastrofici.