Google ha in programma un progetto davvero affascinante per una fibra totalmente inedita: dei fasci di luce al posto dei normali cavi. In poche parole c’è la fibra ma… senza fibra: ecco come funziona.
L’idea è quella di utilizzare dei fasci di luce fra due dispositivi di modo da permettere il veicolare di una banda ultra larga fino ad una velocità massima di circa 20 Gbps (20 giga per ogni secondo), e per distanze che non siano superiori ai 20 chilometri. Il progetto nasce con un’idea nobile da parte del gigante di Mountain View e lo si capisce chiaramente da quanto avvenuto con l’ultimo test eseguito in Africa dove sono stati risparmiati all’incirca 400 chilometri di cavi, come la distanza più o meno fra Milano e Riccione.
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Google dispone già di una rete in fibra ottica in tutto il mondo, ma l’ultimo progetto si basa su una tecnologia con raggi di luce, appunto il progetto Taara, che nel test di cui sopra è riuscito ad trasmettere ben 700 terabyte di dati fra due punti in linea, distanti fra loro all’incirca 5 chilometri. Come detto sopra, per capire in cosa consiste questa idea spettacolare, bisognerebbe pensare ad un impianto di fibra ottica ma senza fibra. L’idea è venuta alle geniali menti degli ingegneri che fanno parte della cosiddetta divisione X di Google, ovvero, la Development di Alphabet, conosciuta anche con il nome di Google X, e che ha il compito di dare vita a delle tecnologie che all’apparenza sembrano impossibili da realizzare.
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Taara rientra nel progetto denominato Loon, ovvero, i palloni aerostatici che avrebbero dovuto trasportare internet fino ad altezze elevate, su nel cielo. Loon è stato purtroppo accantonato all’inizio di quest’anno, 2021, ma ha permesso comunque di sviluppare la tecnologia FSOC, acronimo di Free Space Optical Communications, che nel progetto dei palloni aerostatici sarebbero dovuta servire a collegare i vari fasci di luce. La FSOC è stata successivamente adattata a Taara, in sviluppo dalla fine del 2017, quando sono iniziati i test in India e in Kenya. Il progetto Taara si basa su un fascio di luce sottilissimo ma che Google non vuole denominare laser. Semmai viene descritto come una bacchetta di luce invisibile, in grado di colpire un obiettivo grande fino a 5 centimetri. La distanza massima consentita è invece di 20 chilometri. L’ultimo test è stato eseguito in Congo, collegando due sponde dell’omonimo fiume.
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