El Salvador è stata la prima nazione, un po’ a sorpresa, ad aver adottato i Bitcoin come moneta corrente, ovvero, per pagare la pasta, il pane e via discorrendo: ma la popolazione locale non sembra aver preso bene questa rivoluzione monetaria, ecco perchè.
Negli scorsi giorni si sono verificate una serie di manifestazioni in quel di El Salvador, per dare sfogo al proprio dissenso nei confronti dell’operatore del presidente, Bukele, colui che viene ritenuto il principale responsabile dell’introduzione dei Bitcoin. E così che che nella capitale del paese nonché città più importante della nazione, leggasi San Salvador, si è deciso di dare alla fiamme un distributore ATM, uno sportello automatico installato nelle scorse settimane proprio con l’obiettivo di “sfornare” criptovalute.
Todos nuestros equipos de Desechos Sólidos y Renovación Urbana estaban listos para limpiar nuestra ciudad y tuvimos que detener las acciones luego de recibir amenzas en la zona. Retomaremos nuestro plan de limpieza y pintura por la tarde para resguardar a nuestros equipos. pic.twitter.com/NHrKTn9DhH
— Mario Durán ?? (@marioduran) September 15, 2021
AL EL SALVADOR PROPOSTA CONTRO I BITCOIN: INCENDIATO UN ATM, I DETTAGLI
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Numerose le persone che sono scese in strada al grido di slogan del tipo “No alla dittatura” e “Siamo stati defraudati da Bitcoin”, convinti di essere stati in qualche modo derubati dall’introduzione della moneta virtuale. In rete sono quindi comparsi alcuni video di quanto accaduto, compreso uno, che potete vedere anche su questa pagina, di uno sportello automatico che è stato dato alle fiamme. “Tutti i nostri team per i rifiuti solidi e il rinnovamento urbano erano pronti a ripulire la nostra città – ha commentato Mario Duran, sindaco di San Salvador, attraverso il proprio profilo Twitter – e abbiamo dovuto interrompere le azioni dopo aver ricevuto minacce nell’area. Riprenderemo il nostro piano di pulizia e verniciatura nel pomeriggio per proteggere le nostre squadre”.
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Mario Duran ha quindi cercato di riportare l’ordine nel caos, ma non è stato facile, visto che i manifestanti sembravano realmente inviperiti. Del resto l’introduzione dei Bitcoin è solamente una sorta di goccia che ha fatto traboccare il vaso, visto che la popolazione di El Salvador aveva il dente avvelenato per l’operato precedente del presidente Bukele, ritenuto non all’altezza. Le ultime mosse hanno dato vita a ben 200 emendamenti alla costituzione, fra cui l’eliminazione del divieto di rielezione, una classica legge ad personam, così come si suol dire in questi casi. Dal canto suo il massimo esponente di El Salvador si è giustificato dicendo: “Ci siamo posti una sfida troppo alta (lanciare tutto in 3 mesi) e abbiamo fatto degli errori, ma li stiamo correggendo e centinaia di migliaia di salvadoregni possono già usare il loro Chivowallet senza problemi. Presto tutti coloro che lo desiderano potranno godere dei suoi benefici”. Il rischio è che la situazione possa definitivamente esplodere…