Un progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali, cinque superpotenze del settore (la statunitense NASA, la russa RKA, l’europea ESA, la giapponese JAXA e la canadese CSA-ASC), costruito a ridosso del nuovo millennio (nel 1998), sempre più in discussione.
A pochi giorni dalla scoperta di piccole crepe nel modulo Zarya, arrivano nuove allarmanti notizie sulla Stazione Spaziale Internazionale. Un importante funzionario russo avvisa che il danno sarebbe destinato a peggiorare e che potrebbe essere impossibile riportare il modulo al suo antico splendore. In pratica starebbero scorrendo i titoli di coda su una struttura che ha oltre 20 anni di onorata carriera sulle spalle.
Stazione Spaziale Internazionale verso il “pensionamento”. Quale sarà il suo futuro?
Vladimir Solovyov, l’ingegnere capo della compagnia spaziale russa Energia che ha sviluppato la porzione russa della ISS, ipotizza un effetto a cascata che potrebbero portare nuove crepe sulla Stazione Spaziale Internazionale. “Un giorno dopo che i sistemi in volo saranno completamente esauriti dice l’alto ufficiale russo in un’intervista alla BBC – potrebbero arrivare guasti irreparabili”. Circa l’80% di quei sistemi di bordo trovati nei moduli russi ha già superato la data di scadenza, ha aggiunto Solovyov. Nessuna delle crepe o perdite d’aria sulla ISS rappresenta una seria minaccia per i membri dell’equipaggio a bordo, ma senza risolvere questi nuovi problemi, le cose potrebbero cambiare.
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La Stazione Spaziale Internazionale doveva andare in “pensione” già diversi anni fa, ma è comunque destinata ad essere deorbitata tra pochi anni. Come precedentemente sottolineato anche da Futurism, è possibile che la Russia cerchi segni di usura come scusa per lasciare la ISS in anticipo, anche in considerazione di quell’accordo epocale con la Cina per la costruzione congiunta di un avamposto lunare. Una insinuazione, per il momento, rilanciata dal fatto che Roscosmos ha minacciato più volte di ritirarsi dalla sua partnership con gli Stati Uniti e altri paesi membri della ISS, con l’idea di sviluppare un modulo per il proprio avamposto orbitale. Chiuderla ora, a quanto pare, sarebbe soltanto un’anticipazione rispetto a quanto succederà in un futuro prossimo, neanche poi così lontano, visto che la stazione spaziale è molto di più di quanto ci si aspettava. L’aggravarsi dei danni figli di usura, però, non è un buon segno, soprattutto l’uscita di scena della Russia sarebbe una brutta notizia per tutta l’alleanza spaziale.
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La costruzione della ISS è iniziata a partire dal 1998 ed era stato previsto il completamento entro il 2017. Secondo i piani doveva restare in funzione fino al 2024, data prevista per il raggiungimento degli obiettivi scientifici, per poi essere smantellata, distrutta o riutilizzata parzialmente entro il 2028. La NASA ha già avviato un processo di privatizzazione che permetterà alla ISS di “sopravvivere” per altri anni. Se ancora con Russia o Cina, questo è tutto da verificare.