Google gioca d’astuzia e prepara i suoi chip Pc e tablet in-house per contrastare la crisi dei semiconduttori che paralizza il mercato

Google stanca della carenza dei semiconduttori: inizierà a produrre da sé tutti chip che le servono per completare i propri device.

Google (Adobe Stock)
Google (Adobe Stock)

Non è il primo caso tra i big tech. L’unica multinazionale che sembra immune è Apple, evidentemente salva grazie a contratti di “ferro” che garantiscono l’approvigionamento costante. Rimane il fatto che la crisi dei chip sta mettendo in ginocchio tutta l’industria mondiale. L’ultima notizia è la sospensione della catena produttiva di FCA a Melfi proprio perché non arrivano semiconduttori per completare le auto.

Questa crisi è dovuta a varie situazioni concomitanti. Il rallentamento produttivo causato dalla pandemia nel 2020 ha alzato a dismisura il differenziale tra domanda e offerta, accumulando ritardi su ritardi negli ordini, in particolare nelle fabbriche cinesi. L’altro aspetto è la difficoltà dei concorrenti di trovare le materie rare necessarie per la produzione, visto che sempre la Cina ha fatto man bassa tra il 2020 e il 2021, lasciando all’asciutto i produttori coreani e di Taiwan. Infine c’è il discorso del mining delle criptovalute, che ha fatto schizzare la domanda in alto: oggi è ancora difficile reperire sul mercato una scheda video performante.

Per questo diverse aziende hanno cambiato direzione, abbandonando l’appalto esterno per la produzione e tornando ad una versione autarchica in cui tutto viene fatto internamente.

Google annuncia la produzione interna dei chip per diventare indipendente

Uffici Google
Gli uffici di Google a New York (by Adobestock)

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Google ha dunque annunciato che sta iniziando a sviluppare proprio processori destinati quindi a notebook, tablet e smartphone, così da non dover più dipendere dall’esterno. Secondo Nikkei Asia, Google sta sviluppando CPU che saranno destinate a tutto il parco macchine che gira con il sistema operativo Chrome, ma non solo: il passo successivo sarà l’implementazione anche per gli smartphone e tutti gli altri device che produce, come quelli dedicati alla smart home.

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L’attuale capacità produttiva mondiale si somma in aziende con sede a Taiwan, Corea del Sud, Cina e poi USA e Giappone. I processori che saranno prodotti da Mountain View si baseranno sull’architettura Arm, la società britannica controllata da Softbank e che di fatto è implementata sul 90% dei device mobili grazie alle licenze. Intanto Google ha anche annunciato il ricorso nei confronti della maxi multa da 500 milioni di euro comminata dall’Authority francese per aver violato la negoziazione con gli editori di notizie.

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