I cassonetti per l’immondizia sono notoriamente qualcosa di brutto, vecchio e sporco. Ma presto potrebbero diventare qualcosa di ultra-tecnologico, in una parola… intelligenti.
Laddove non arriva l’uomo, ci arriva la tecnologia. Forse non era proprio così, ma di certo l’introduzione del termine smart nella nostra vita ci sta dando una grossissima mano in numerosi ambiti. Dai cellulari alla TV, passando per gli assistenti vocali e gli elettrodomestici, piccoli o grandi che siano. Ma qualcuno ha mai pensato come sarebbe il mondo con cassonetti dell’immondizia smart?
Qualcuno sì, nello specifico i ricercatori di Tor Vergata, a Roma, avrebbero messo a punto un sistema di BackRep che, attraverso una complessa gestione di dati e reti neurali, mescolata al’uso di algoritmi, sarebbe in grado di aiutarci nella raccolta differenziata dei rifiuti.
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La spazzatura diventa smart grazie a questa incredibile innovazione
Alla base gli studi della AWS (Automated Waste Sorting), che stanno, al contempo, migliorando notevolmente i processi di riciclaggio alla base della raccolta differenziata. Ma, se da un lato si lavora assiduamente per migliorare l’efficenza della filiera di riciclaggio, dall’altro resta da risolvere la questione a monte, vale a dire quella della differenziazione dei rifiuti.
Ad aiutarci ci sarà quindi l’intelligenza artificiale. La ricerca prende il nome di Data Augmentation Using Background Replacement for Automated Sorting of Littered Waste. I protagonisti sono i cervelloni dell’Università degli Studi di Roma For Vergata, i quali hanno messo a punto un complesso sistema con l’obbiettivo di migliorare notevolmente lo smistamento automatico dei rifiuti per identificare e classificare quelli gettati.
BackRep altro non è che un sistema di classificazione automatica di immagini, messo a punto dal dipartimento di Ingegneria dell’Impresa Mario Lucertini di Tor Vergata. Questo significa che la tecnologia sarà in grado di riconoscere agilmente i rifiuti nell’ambiente in cui sono stati abbandonati.
114 immagini, organizzate seconda la categoria del dataset CompostNet, verranno utilizzate insieme ad una rete neurale per identificare i differenti tipi di rifiuti computabili e riciclabili. Le immagini sono state scattate da un gruppo partecipante alla realizzazione del sistema utilizzando la camera del proprio smartphone in condizioni di luce e ambienti diversi fra loro. Dopodiché, le stesse immagini, sono state ridimensionate a 500×400 pixel e caricate nel sistema.
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“BackRep espande i set di dati esistenti ritagliando i rifiuti solidi in immagini scattate su uno sfondo uniforme (bianco) e sovrapponendoli a sfondi più realistici” ha spiegato Fabio Massimo Zanzotto, autore della ricerca e docente di Natural Language processing all’Università degli Studi di Roma For Vergata.