Nasce il progetto per creare un robot “liquido” che si ispira alle cellule umane. Finanziato dall’Unione Europa, lo sviluppo coinvolge anche l’Italia.
Nessun automa antropomorfo, come quelli che ha presentato Elon Musk, quindi nessun incentivo alla spettacolarità, ma alla piena funzionalità. L’Europa ha deciso di investire pesantemente su questo progetto, che immagina un robot sferico, simile ad una cellula e che al suo interno contiene un liquido capace di funzionare con un processore. Non solo, dovrebbe avere una pelle in grado di ripararsi da sola e in grado di riconoscere le pressioni esterne, esattamente come la nostra.
Si tratta del primo esempio di una futura generazione di macchine chiamate in gergo tecnico Robotica Liquida e che potrebbero venire utilizzate in diversi campi, dallo studio dei fondali oceanici, al sondaggio di giacimenti situati a grandi profondità, fino a missioni spaziali destinate verso asteroidi o pianeti gassosi. Questo progetto avrà una durata di quattro anni e sarà guidato dall’istituto italiano di tecnologia (IiT) di Genova insieme alla University of the West of England, i laboratori svizzeri dell’Empa, Plashmachem di Berlino e Ciaotech, la divisione italiana della multinazionale belga Pno.
Cogito, il robot che “plasma” le sue molecole per evolversi in continuità
La scelta della forma è data proprio dalla difficoltà di creare robot che camminino su due gambe. Questo richiede troppa energia e potenza di calcolo, al contrario ispirarsi alla natura semplifica di molto le cose. Infatti per muovere Cogito basteranno poche quantità energetiche, prodotte autonomamente sfruttando la differenza di temperatura con l’esterno.
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Il cuore di questo robot è il liquido, formato da molecole che funzionano da transistor passivi che possono assumere, parlando dal punto di vista informatico, entrambi gli stati dei sistemi binari, 0 e 1. A seconda delle necessità queste molecole assumeranno un configurazione diversa per eseguire i comandi. Il progetto si basa sul modello celebrale olografico teorizzato dal neuroscienziato Karl Pribram e su questo sarà evoluto il liquido computazionale di Cogitor. Questo utilizzerà gli ordini ricevuti modificando la forma delle molecole per compiere l’azione.
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Il gruppo di ricerca guidato dall’Iit lavorerà per quattro anni per confermare la validità di questa teoria, tentando di costruire un prototipo funzionante. In caso positivo costituirebbe una vera pietra miliare nel campo della robotica, che ci proietterebbe avanti di anni rispetto alle attuali conoscenze, tutto partendo dallo studio di una semplice cellula.