Il rapporto dello Smac è sconvolgente: 5,3 miliardi di visualizzazioni, tra TikTok, YouTube e Facebook con torture e abusi sugli animali.
Purtroppo l’intelligenza artificiale, i sistemi di filtrazione automatica e le revisioni “a mano”, non bastano: le piattaforme social più utilizzate continuano ad offrire contenuti terribili in cui sono coinvolti gli animali. Si tratta di torture, abusi e comportamenti davvero terribili. Si tratta di crudeltà di vario tipo che in un solo anno, appunto, hanno accumulato qualcosa come 5,3 miliardi di visualizzazioni: un dato che lascia veramente a bocca aperta.
Il rapporto è stato stilato da Asia for Animals Social Media Animal Cruelty Coalition, che nel corso della sua indagine ha stilato una lista di 5480 link di video con contenuti criminali contro gli animali di ogni specie. La lista è stata raccolta tra luglio 2020 e agosto 2021, ma quello che lascia perplesso è l’incredibile numero di utenti che ha visualizzato gesti orribili come torture, mutilazioni, sofferenze prolungate e addirittura assassini di cani, gatti, scimmie, rettili e volatili.
La lista è da film degli orrori e ci si chiede quale sia la responsabilità dei social. Addirittura ci sono video di cuccioli di scimmia sotterrati vivi o tormentati, gattini presi a calci o bruciati, animali mangiati vivi e cuccioli di varie specie fatti uccidere dai serpenti.
Abusi contro gli animali: l’orrore è sui social
Cuccioli (foto Adobestock)
LEGGI ANCHE: Scienza estasiata per la nascita di Eva, il pulcino nato da un uovo stampato con la “3D”
Secondo quanto riportato dalla colazione nata da Peta Asia, Humane Society International e Wildlife Alliance, sono quattro i tipo di abusi riscontrabili sui social. Quelli non intenzionali, comunque ambigue, sono ad esempio i contenuti che mostrano selfie con animali selvatici o l’umanizzazione degli animali. Non violano le regole dei social ma promuovono inconsapevolmente il traffico degli animali, questo sicuramente illegale, oltre a mostrare un approccio scorretto verso gli animali.
La seconda tipologia e quella evidente e non intenzionale, con foto e video di animali che vengono forzati a fare cose che non possono o non dovrebbero fare. Il livello successivo è quello dei contenuti ambigui ma intenzionali, come prendere in giro una scimmia nella gabbia, filmare un gattino selvatico che viene divorato da cani di strada, oppure riprendere spettacoli con animali umiliati.
L’ultimo livello, gravissimo, riguarda i gesti più assurdi, violenti e dolorosi. In questo caso gli abusi sono immortalati come palesi e intenzionali: si tratta del 78% dei casi su Facebook, l’89,6% su YouTube e il 65,5% su TikTok.