La dottrina in merito all’utilizzo degli smartphone ed al loro impatto sulla salute è sempre stata divisa, le opinioni sono sempre state discordanti, sia per quanto riguarda il modo in cui può influire sul cervello sia sul resto degli organi. Ma oggi è chiaro e acclarato che c’è un pericolo reale per il cuore, con l’uso degli smartphone, di chi è portatore di pacemaker.
Infatti i campi magnetici generati dagli smartphone possono interferire con il corretto funzionamento del pacemaker, con la conseguenza che i pazienti cardiaci potrebbero rischiare dei malfunzionamenti nel dispositivo e nel cuore stesso.
Titolo 2
E’ l’FDA (Food and Drug Administration) statunitense ad affermare che il largo utilizzo del cellulare può influire sul funzionamento del pacemaker. Il tutto è riportato in una pubblicazione stampata sulla rivista Heart Rhythm: il trattato afferma che la distanza tra cellulare e dispositivi impiantati nel corpo deve essere di almeno 15 centimetri.
Secondo lo studio condotto dall’Amministrazione statunitense, infatti, gli apparecchi cardiaci come defibrillatori e pacemaker interagiscono con il campo magnetico dei cellulari attivando una particolare modalità, che serve solo quando serve spegnerli per cure mediche.
Questo campo magnetico è pari a 10 Gauss, e sebbene in passato servissero dispositivi ben più grandi per generare un campo magnetico di tale portata (tipo i vecchi impianti stereo), oggi con la tecnologia avanzata si possono avere campi di portata anche maggiore con device di dimensioni molto piccole.
«A causa di questi risultati – si legge nello studio – stiamo informando i pazienti e gli operatori sanitari per essere sicuri che siano a conoscenza dei rischi potenziali e possano prendere semplici misure preventive, come evitare di tenere lo smartphone in una tasca vicino al dispositivo medico».
I ricercatori hanno effettuato una serie di test su alcuni smartphone e smartwatch di ultima generazione, verificando che vicino al dispositivo il campo magnetico è maggiore di 10 G, ma che a 15 centimetri di distanza non è sufficiente a far scattare la modalità pericolosa.
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«Crediamo che il rischio sia basso per i pazienti, e non siamo a conoscenza di altri eventi avversi. Tuttavia il numero di dispositivi elettronici con magneti molti forti aumenterà nel tempo», è la conclusione dello studio.
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Tra le altre controindicazioni per i portatori di pacemaker, è sconsigliato sottoporsi a risonanza magnetica, PET, elettrocauterizzazione e radioterapia che possono causare danni permanenti al pacemaker tradizionale. Controindicate sono anche TENS (terapia antalgica) e litotripsia per la cura dei calcoli renali e biliari.