Sono stati annunciati vincitore e finalisti dell’Italia per il James Dyson Award: porteremo uno stendi cemento che imprime loghi e due altre genialate.
Il James Dyson Award è un concorso internazionale rivolto a studenti e neolaureati in Design e Ingegneria promosso dalla James Dyson Foundation, l’ente di beneficenza fondato dall’Istituto James Dyson per ispirare la prossima generazione di inventori.
Anche per il 2021 chi ha studiato Ingegneria, Design del prodotto e Design industriale è chiamato a presentare la propria idea sotto forma di progetto caricato sul sito del Premio, che deve comprendere schizzi e immagini di modelli e prototipi che dimostrano il processo di ricerca e sviluppo effettuato per partorire l’idea finale.
Il James Dyson Award è l’occasione per farsi conoscere come inventore. Oltre a vincere un significativo premio in denaro, si avrà infatti la possibilità di ricevere la visibilità necessaria per lanciare il proprio business.
La fase finale del 2021 si è conclusa con la dichiarazione del progetto vincitore della 17ma edizione italiana del premio. A conquistare il primo posto è stato Roadfix, uno strumento per la riparazione delle strade che consente anche di stampare un logo sull’asfalto. La fase nazionale consente al vincitore e ai due finalisti di poter accedere alla gara internazionale del premio.
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Il prodotto Roadfix è stato progettato da Luca Grasso, Silvana Migliozzi e Alessio Puleo, tutti studenti del Politecnico di Milano. Proprio partendo dalla grande città, hanno cercato una soluzione per risolvere il problema delle buche stradali che causano diversi incidenti, un alto costo per la società e soprattutto una salatissima manutenzione per i comuni. Questo sistema posa il cemento molto velocemente e con estrema precisione, ma aggiunge il vantaggio di poter imprimere sull’asfalto un marchio, così da avere anche un ritorno di marketing. I vincitori hanno ricevuto un premio di 2200 euro.
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Gli altri due finalisti ammessi alla fase internazionale sono Ocean Washing System, un sistema di lavaggio in grado di filtrare le microplastiche dei vestiti e ideato da Martina Mancini dell’Università La Sapienza di Roma. Questo progetto punta all’ecosostenibilità ambientale, visto che proprio dagli scarichi delle lavatrici arriva il 35% della plastica che finisce in mare. Infine il secondo progetto è nato da un’idea di Davide D’Amico del Politecnico di Milano. si chiama ProFONDO ed è capace di riciclare i fondi del caffè trasformandoli in pellet da riscaldamento.
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