Anche l’Italia sta dando il suo contributo nella missione di esplorazione di Marte, l’affascinante “Pianeta Rosso” che forse potrebbe ospitare la vita umana: scopriamo tutti i dettagli dell’apporto tricolore a questa affascinante impresa.
La grande missione è suddivisa in due tronconi ben distinti, e il primo è attualmente in corso ed è scattato il 14 marzo del 2016, quando la sonda TGO ha raggiunto l’orbita marziana dopo un viaggio durato all’incirca sei mesi. La seconda parte invece, scatterà fra poco più di un anno, precisamente a settembre del 2022, e consisterà nel trasportare appunto sul suolo di Marte un innovativo rover chiamato Rosalind Franklin, che sarà in grado di muoversi e soprattutto di penetrare nel suolo, di modo da poterlo analizzare più nel dettaglio.
L’ITALIA SU MARTE: L’APPORTO DEL GRUPPO LEONARDO NELLA MISSIONE MARZIANA
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Intanto il 18 febbraio scorso è sbarcato su Marte il rover della Nasa, l’agenzia spaziale degli Stati Uniti, Perseverance, prima tappa del programma Mars Sample Return, di cui fa parte anche la missione a stelle e strisce Mars2000. Come detto in apertura, è forte il contributo italiano grazie all’industria di riferimento tricolore in questo caso, il gruppo Leonardo. Perseverance, atterrato ormai diversi mesi or sono, sta continuando ad inviare immagini, dati e informazioni a Terra, e sarà il preambolo di una successiva missione che scatterà invece nel 2026, fra cinque anni, quando atterrerà dopo un lungo viaggio il Sample Retrieval Lander della NASA insieme al Sample Fetch Rover dell’ESA, l’agenzia spaziale europea, e al Mars Ascent Vehicle (MAV), con l’obiettivo di recuperare i vari contenitori lasciati da Perseverance e prepararli poi per essere lanciati nell’orbita marziana.
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In particolare il Gruppo Leonardo ha progettato e realizzato in quel di Nerviano, comune in provincia di Milano, i prototipi di due bracci robotici della prima missione, un primo piccolo e agile, che si potrà estendere fino a 110 centimetri di lunghezza circa e che avrà sei gradi di libertà. Verrà montato sul Sample Fetch Rover dell’ESA e raccoglierà proprio i contenitori di cui sopra attraverso una speciale “pinza”. Il secondo sarà invece più robusto, si estenderà fino a due metri, e verrà installato sul Sample Retrieval Lander della NASA, e servirà per spostare i contenitori dal rover alla capsula che sarà poi lanciata nell’orbita marziana. Si tratta di veri e propri gioielli della robotica che sono capaci di operare in completa autonomia, scegliendo la migliore traiettoria per posare e raccogliere il contenitore. Leonardo che sarà tra l’altro coinvolto anche nella terza missione che dovrebbe concludersi nel 2031 e che prevederà invece il lancio dell’Earth Return Orbiter che avrà il compito di prendere con se che la capsula in orbita marziana e rientrare finalmente sulla Terra dopo 15 anni.