Lo sapevate che l’Italia è nelle prime tre nazioni dell’Unione Europea per quantità di smaltimento di personal computer e smartphone?
Un grande obiettivo raggiunto dal nostra Paese negli ultimi anni, così come certificato dallo studio pubblicato negli scorsi giorni dal quotidiano Corriere della Sera, e realizzato da reBuy, un’azienda tedesca che si occupa di acquisto e vendita di prodotti elettronici usati.
Attraverso questo report sono state messe a confronto le abitudini dei vari stati membri dell’Ue ma anche extra Ue in quanto a riciclo e riutilizzo dei cellulari, ed è emerso che la Svezia è la nazione con il maggior numero di telefoni pro-capite “dismessi”, leggasi 1.31, di conseguenza gli svedesi hanno più modelli inutilizzati in casa nei cassetti, rispetto a quelli che utilizzano. In Italia, invece, il dato pro capite di telefoni utilizzati è di 0.96 cellulari, mentre quello relativi ai dismessi è pari a 1.05.
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In totale sono 63.4 milioni i vecchi telefonini dismessi, per ben 2.078 tonnellate di rifiuti elettronici. In merito invece al tasso di riciclaggio e riutilizzo dei telefonini, il dato arriva ad un ottimo 75%, il che significa che ben 21,658 kg di rifiuti tossici vengono evitati. Se si prende in considerazione anche il valore di vendita dei metalli che è stato risparmiato, si raggiunge la cifra di 160 milioni di dollari, con un tasso di riciclaggio nazionale pari al 55%, valori che posizionano l’Italia al 12esimo posto fra il totale degli stati facenti parte l’Unione Europea. Numeri importanti anche per quanto riguarda il discorso legato al risparmio di Co2: «Questo equivale alla quantità totale di Co2 – spiegano da reBuy – che verrebbe utilizzata per produrre l’equivalente numero di telefoni cellulari messi in commercio nel Paese – spiegano dall’azienda – e il peso totale di piombo, arsenico e mercurio negli smartphone dismessi in ogni paese, che se venissero smaltiti in modo improprio, si disperderebbe nel terreno». In questo caso, come detto sopra, 21,658 kg di rifiuti tossici sono stati evitati, posizionando l’Italia al terzo posto dietro a Germania e Francia.
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Philipp Gattner, Ceo di reBuy, ha aggiunto: «Anche se esistono norme severe per rendere l’estrazione dei metalli minimamente dannosa per l’ambiente, può comunque causare potenziali disturbi al paesaggio, contaminazione del suolo, dell’acqua o dell’aria e può portare a problemi di sicurezza pubblica. Quello che questo studio illustra è che ognuno di noi ha oro, argento, palladio e altro ancora dimenticato negli armadi e in vecchi cassetti, dentro i nostri vecchi telefoni non più desiderati. Il valore di vendita di tutto il metallo prezioso contenuto nei telefoni cellulari dismessi dei 27 Paesi inclusi nell’indice è di 1,9 miliardi di euro. Se tutti questi telefoni fossero adeguatamente riciclati nei centri di raccolta dei rifiuti elettronici, allora questi metalli potrebbero avere una seconda vita altrove, e ridurre la necessità di un’estrazione mineraria potenzialmente più dannosa».
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