Uno scorcio spettacolare delle galassie in Ultra HD ci è appena arrivato e scoprimo una natura lontana e magnifica

Lo spazio in Ultra HD? Ora è possibile. Ecco le immagini che ci mostrano le galassie come non le avevamo mai viste prima. Uno scorcio dell’universo che affascina e lascia sbalorditi. 

Uno scorcio spettacolare delle galassie
La galassia Hercules A (fonte: R. Timmerman; LoFar & Hubble Space Telescope)

Con l’avanzare della tecnologia, avanza anche la qualità delle immagini. Così quelle che fino a qualche anno fa erano foto perlopiù “pixelate” e poco chiare, oggi appaiono sempre più definite e in grado di regalare emozioni come mai prima d’ora. Lo spazio, che fino a mezzo secolo fa era solo un sogno, appare oggi come qualcosa di tangibile, emozionante, vero e… a portata di occhi.

Le immagini in Ultra HD sono possibili grazie ad una avveniristica tecnologia che, sfruttando i segnali radio catturati dalla rete Lofar composta da 70.000 piccole antenne sparse per nove paesi europei, aiutano a comporre le foto in una definizione mai vista prima. I risultati, sbalorditivi, sono stati condivisi sulla rivista Astronomy & Astrophysics, e rappresentano ben 11 articoli pregni di immagini spettacolari.

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Lo spazio in Ultra HD: possibile vedere l’invisibile grazie alla tecnologia delle onde radio

Uno scorcio spettacolare delle galassie
Uno scorcio spettacolare delle galassie

Grazie alla definizione Ultra HD delle immagini oggi è possibile visionare alcuni aspetti e dettagli che fino a pochi anni fa non erano visibili nelle immagini condivise in rete e nei libri di scienza. Grazie alla tecnologia delle onde radio è possibile generare immagini che “bucano” letteralmente le nubi di gas e polvere che avvolgono molti degli oggetti astronomici presenti nelle immagini. Insomma oggi è possibile vedere l’invisibile, oltre che goderne appieno grazie alla elevatissima risoluzione con cui viene composta l’immagine.

Si tratta delle prime immagini radio a bassa frequenza mai ottenute con una qualità e una risoluzione angolare paragonabili a quelle prodotte dal telescopio Hubble in banda ottica“. A spiegare nel dettaglio il funzionamento della nuova tecnologia il primo autore di uno degli articoli, l’astrofisico Etienne Bonnasieux.

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Quello che vogliamo fare adesso – continua Gianfranco Brunetti, astrofisico dell’Inaf di Bologna nonché coordinatore italiano della collaborazione Lofarè mappare ampie aree di cielo ad alta risoluzione angolare. In questo caso una difficoltà è rappresentata dalle grandi richieste computazionali: sarà infatti necessario riuscire a distribuire efficacemente su supercomputer i calcoli dei complessi algoritmi per l’analisi dei dati. Questa è la nuova sfida“.

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