Le estorsioni online che vanno più in voga di questi tempi sono quelle relative a presunti hackeraggi di web cam e telecamere di sicurezza casalinghe. Malintenzionati cibernetici minacciano di divulgare in rete immagini e video compromettenti a meno di ricevere un pagamento in criptovaluta. Ma difendersi da questi attacchi si può.
Questo tipo di truffa online è solitamente chiamata Spray and Pray: i cyber criminali infatti inviano un tot di email, tutte con lo stesso testo e la stessa minaccia, sperando che qualcuno abbocchi. E quando questo accade, chiedono soldi per non divulgare in rete immagini compromettenti.
Truffe online Spray and Pray: come funziona e come ci si difende
La truffa online funziona così: arriva una mail in cui un non meglio identificato hacker ti dice che ti ha filmato mentre visitavi siti porno grazie al furto delle tue credenziali e delle tue password. Quindi devi pagare una somma non meglio identificata ai tuoi ricattatori, altrimenti tutti i tuoi familiari sapranno cosa hai fatto.
E’ solo una versione della truffa online, che chiaramente tende a far cadere in trappola persone che senza pensarci su due volte, causa “ignoranza” in materia di cyber sicurezza, cercano di salvare la pelle e la reputazione pagando o magari smanettando in modo da peggiorare ulteriormente la situazione.
Negli ultimi mesi, riporta l’agenzia di sicurezza Bitdefender, sembra siano state inviate oltre 400 email di questo genere, specialmente in Italia che è il Paese trai più colpiti da questo tipo di truffa. Il linguaggio delle email è poco credibile, ma i meno esperti di web purtroppo ci cadono in pieno e rischiano di sborsare cifre per cose che non sono mai accadute.
Sì perché Bitdefender assicura che «anche se nell’email l’hacker afferma chiaramente di avere accesso alla webcam, al microfono e a vari software sul dispositivo della vittima, in realtà si tratta di un bluff».
Ci sono comunque dei modi per non incappare in questa trappola. Intanto, bisogna cambiare spesso le password, soprattutto quelle salvate nel browser, e utilizzare quelle deboli o utilizzate più spesso. Online infatti è facile bypassare una password, specie se richiama abitudini o informazioni personali.
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E seppure la password rubata dovesse risultare valida, perché il cybercriminale avrebbe bisogno di chiedere all’utente di dargli dei soldi? «Se il criminale dice che il sistema è infettato da un software dannoso e spyware potrebbe facilmente raccogliere tutte le password degli account e iniziare a prelevare dai conti del malcapitato». E’ questa la spiegazione che Bitdefender offre.
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E naturalmente, non si deve rispondere a questi messaggi, ma è bene ignorarli e segnalarli alle cyber autorità che si occupano di debellare le truffe online.