Niente luci, niente acqua, niente corrente. Naturalmente niente internet. E’ questo lo spaventoso scenario ipotizzato dall’Accademia delle scienze americana. “Dal Sole, oltre alla luce, proviene un flusso di particelle elementari che formano il cosiddetto vento solare” spiega Luigi Smaldone, astrofisico all’Università di Napoli. Tutto a causa di una presunta tempesta solare.
Cos’è questa agghiacciante tempesta solare? In sintesi è un disturbo della magnetosfera terrestre, di carattere temporaneo, causate da flussi di particelle ad alta energia provenienti dal sole, innescati da macchie solari, eruzioni ed espulsioni di massa coronale, che possono durare dalle 24 alle 36. Le forti emissioni di materia solare generano un forte vento in direzione Terra, le cui particelle ad alta energia vanno ad impattare il campo magnetico terrestre dalle 24 alle 36 ore successive all’espulsione di massa coronale. La pressione del vento solare modifica le correnti elettriche presenti nella ionosfera, da qui l’inevitabile blackout globale.
Tempesta solare, come prevenirla. Lo studio di alcuni ricercatori spaziali
“Tutto questo succederebbe perché nelle linee di distribuzione dell’energia si creerebbero violente correnti indotte”. Luigi Smaldone entra nel merito della questione. “I trasformatori che convertono l’alta tensione nella normale tensione delle case si fonderebbero. E addio corrente”.
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“Non sappiamo molto dell’interno del Sole, ma è estremamente importante saperne di più se vogliamo comprendere il clima solare, che può avere un impatto diretto sulla Terra“. E’ l’allarme di Geoffrey Vasil della School of Mathematics and Statistics.
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Le tempeste solari colpiscono violentemente la parte alta dell’atmosfera causandone un’espansione. Gli strati di aria più calda si alzano e la densità alla quale orbitano i satelliti (circa 1000 km), aumenta significativamente. Di conseguenza il satellite si sposta nello spazio, causando un lento cambio di orbita gravitazionale. Se non si effettua una manovra correttiva dei satelliti orbitanti nella fascia interna dell’atmosfera questi tendono ad avvicinarsi alla superficie terrestre con un conseguente alto rischio di essere bruciati dall’attrito con essa.
Finora, ringraziando Dio, le previsioni nefaste di molti scienziati, non si sono verificati, sulla Terra. Anche se nel 1989 una tempesta elettromagnetica si verificò sui cieli del Québec, causando un’aurora boreale visibile fino in Texas. Nulla di terribile è accaduto, ma questo non vuol dire che in un prossimo futuro potrebbe succedere.
Alcuni ricercatori spaziali, dell’Università di Sydney ma un gruppo di esperti negli USA hanno sviluppato un nuovo modello in grado di prevedere il tempo solare. Se la loro nuova tecnologia si dimostrasse efficace, la NASA e altre agenzie spaziali avrebbero più tempo per prepararsi a massicce tempeste solari.
“Il campo magnetico interno del sole è direttamente responsabile della meteorologia spaziale – si legge sul noto Esquire – nello specifico, le tempeste solari si verificano quando flussi di particelle ad alta energia provenienti dal sole sono innescati da macchie solari, eruzioni solari ed espulsioni di massa coronale”. Da qui il rischio delle tempeste geomagnetiche. Al momento peraltro gli scienziati non sanno quale sia la causa principale di questi eventi spaziali, ma ci stanno lavorando, focalizzandosi sulle rotazioni rapide all’interno del sole. La luce contro il blackout totale.