Finora non aveva sbagliato un colpo, sin dal 30 luglio del 2020 quando la NASA decise di lanciare il Perseverance per l’esplorazione di Marte, una missione è incentrata principalmente nello studio approfondito del Pianeta Rosso, con il fine di capire, attraverso il passato, tracce di eventuale vita biologica nel presente. Immagini strepitose, per certi versi storiche, rivelazioni molto interessanti. Già, finora.
Il primo tentativo di raccogliere un campione di roccia da riportare sulla Terra per studiare eventuali antiche tracce di vita marziana è fallito. La NASA ha spiegato che il rover, derivato dal predecessore Curiosity per ridurre i costi a cui sono state applicate diverse migliorie, ha polverizzato la roccia campionata e i minuscoli frammenti sono finiti a terra invece che scivolare nel tubo di stoccaggio. Il tubo di raccolta campioni è stato estratto vuoto, principalmente perché la consistenza del suolo, si è dimostrata troppo friabile. Il materiale roccioso, sollecitato dall’utensile di Perseverance, invece di essere estratto sotto forma di cilindro compatto, è finito per sbriciolarsi completamente, andandosi a depositare nuovamente sul fondo del buco, disperso in mucchietti di detriti laterali.
Perseverance, cosa è andato storto. Galeotto il terreno friabile del Pianeta Rosso
“Quello che è avvenuto dopo, durante la mattinata, è stato un susseguirsi di emozioni altalenanti” spiega in una nota Louise Jandura, ingegnere capo per il campionamento e il caching al Jet Propulsion Laboratory della NASA. “I dati indicavano che Perseverance aveva trasferito correttamente il tubo di stoccaggio del campione nella sua pancia per la conservazione, ma il tubo in realtà era vuoto – continua – ci sono voluti alcuni minuti per accettare la realtà“.
La NASA ha deciso di abortire il secondo tentativo sullo stesso luogo, preferendo dirigersi verso un’altra località per campionamento, a South Seitah. “Sulla base delle immagini del rover e dell’elicottero – conclude Jandura – è probabile che lì troveremo rocce sedimentarie più simili a quelle usate con successo nei test sulla Terra“. Il prossimo tentativo di carotaggio del Perseverance è previsto nei primi giorni di settembre, in una zona dalla morfologia differente e, si spera, più affidabile.
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La missione Mars 2020 fa parte del programma di esplorazione Mars Exploration Program della NASA, che include, oltre a Curiosity, le due sonde Mars Odyssey e Mars Reconnaissance Orbiter attualmente in orbita attorno al pianeta, e l’orbiter MAVEN che è arrivato su Marte nel mese di settembre 2016 e ne studierà l’alta atmosfera. A maggio 2018 è stato lanciato un lander chiamato InSight per dare un primo sguardo all’interno profondo del pianeta.
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Tutto per determinare se la vita sia mai esistita su Marte, per capire il clima del Pianeta Rosso (punto centrale della missione), stabilire la geologia marziana. E, dulcis in fundo, preparare l’esplorazione umana, inserendosi nel progetto per le future spedizioni umane fissate per il 2030. Dopo lo stop, il go. Perserverance deve innestare la giusta ripartenza.