Luna, niente ritorno dell’uomo – o almeno, gli astronauti della NASA – prima del 2025. Il motivo? Difficoltà nella creazione delle tute che permetteranno agli uomini di approdare sul nostro satellite.
Il sogno di riportare l’uomo sulla Luna entro il 2024, ad oltre cinquant’anni dall’ultima volta, potrebbe presto svanire. Il motivo? Le difficoltà che la NASA sta attraversando nella creazione delle tute extra-veicolari. Insomma il programma Artemis, che ha come obiettivo quello di portare l’uomo sulla Luna per stabilizzarsi ed utilizzarla come rampa di lancio verso Marte, parte con il piede sbagliato.
A condividere l’informazione, il rapporto dell’Ispettorato generale (Oig) della NASA, pubblicato il 10 agosto. “Per via dei ritardi nello sviluppo delle tute spaziali, non è realistico che la Nasa possa portare gli uomini sulla Luna nel 2024“, una doccia fredda che gela tutte le aspettative per il ritorno dell’uomo sulla Luna.
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Artemis: un anno di ritardo a causa delle tute extra-veicolari
“L’attuale programma della Nasa è di produrre le tute spaziali di nuova generazione, chiamate Exploration Extravehicular Mobility Unit (xEMU), per novembre 2024, ma l’agenzia sta affrontando diverse difficoltà nel raggiungere questo obiettivo. Rispetto alla tabella di marcia si registrano circa 20 mesi di ritardo per quanto riguarda il design, la verifica e il test delle tute lunari” si legge nel rapporto.
La produzione di queste avveniristiche tute è iniziata addirittura 14 anni fa, con un costo complessivo che, ad oggi, ha sfiorato il mezzo miliardo di dollari. Nonostante nel 2019 fosse pronto un prototipo, le xEmu, per ora, non hanno ancora raggiunto lo standard di sicurezza necessario per essere utilizzate in una missione spaziale, tantomeno nella ambiziosa Artemis.
Dovremo quindi avere ancora un po’ di pazienza prima di vedere il ritorno dell’uomo sulla Luna. Si parla infatti di 2025 come possibile anno di approdo, con un ritardo stimato di un solo anno rispetto a quanto previsto dalla NASA.
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Il rapporto spiega che quello sarà il “momento in cui la Nasa avrà speso oltre un miliardo di dollari per tale obiettivo“. Insomma i costi lievitano in proporzione agli obiettivi. Elon Musk, dal canto suo, fa sapere di essere a completa disposizione della NASA: “SpaceX potrebbe farlo se necessario“, il tweet condiviso dal miliardario sudafricano, patron di SpaceX.