La Gigabyte sotto attacco ransomware: è la stessa procedura che ha colpito la Regione Lazio

La società di Taiwan Gigabyte è stata colpita da un potente attacco hacker: dietro potrebbero esserci gli stessi che solo pochi giorni fa hanno messo in ginocchio la regione Lazio.

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Hacker in azione (by Adobestock)

Gigabyte, la società di hardware di Taiwan conosciuta in tutto il mondo per la produzione di schede madri ed altre componenti per pc, è stata colpita nelle ultime ore da un potente attacco hacker alle cui spalle potrebbero celarsi gli stessi cyber-criminali che solo pochi giorni fa hanno messo in ginocchio la rete di computer della Regione Lazio.

E’ un durissimo colpo per l’azienda, che negli ultimi anni ha legato il proprio nome alle riforniture per società del calibro delle statunitensi NVIDIA ed AMD: il ransomware sotto accusa è di tipo RansomEXX, che colpisce tanto dispositivi Windows quanto Linux. Le indagini sono in corso e si attende che facciano luce su quanto accaduto, ma sembra proprio che gli autori possano essere collegati in qualche modo al blackout che circa una settimana fa ha rischiato di portare al collasso l’intero sistema della Regione Lazio.

A causa dell’attacco hacker subito, adesso la società di Taiwan si ritrova con circa 112 Gigabyte di dati interni ed altre informazioni utili praticamente inaccessibili ma di importanza capitale. Per riottenerli è stato chiesto un riscatto (ancora però non sappiamo con precisione l’ammontare della cifra), altrimenti i criminali della rete divulgheranno, stando alle minacce recapitate presso i quartieri alti dell’azienda, tutto quanto in rete.

L’attacco hacker subito da Gigabyte si può davvero collegare a quello subito dalla Regione Lazio? Ecco tutto ciò che sappiamo

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La società taiwanese Gigabyte è sotto attacco (by Adobestock)

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Dunque per riacquisire i dati rubati l’azienda dovrà pagare un riscatto: eppure una volta scoperto di essere in pericolo, Gigabyte ha provato in extremis a mettere offline la sua rete spegnendo i sistemi elettrici IT, ma l’operazione a quanto pare non è andata per tempo a buon fine e molti server sono rimasti coinvolti nello “scippo” digitale.

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L’attacco è stato perpetrato la scorsa settimana: “Ciao, Gigabyte (gigabyte.com)!: parleremo solamente con il rappresentante ufficiale dell’azienda. Devi avere il diritto di agire per conto dell’azienda, in tutti gli altri casi la somma del riscatto sarà aumentata.
Se non capisci cosa sta succedendo, non ci contattare”. Queste le esatte parole recapitate dagli hacker, che poi hanno aggiunto: “Non provate a modificare o a rinominare nessuno dei file criptati. Questa azione porterà a seri danni del file system“. La spy-story prosegue, attendiamo sviluppi nei prossimi giorni.

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