Le commissioni di Ethereum sono diventate più prevedibili: ecco perché sono necessari alcuni cambiamenti.
Nel corso degli ultimi tempi si fa un gran parlare di Bitcoin ed altre criptovalute digitali, più o meno tutte fruibili e ciascuna con le proprie caratteristiche peculiari diverse l’una dall’altra. Tra queste, Ethereum sembra la maggior indiziata a predisporre per l’immediato futuro una serie di piccoli ritocchi, dato che via via le sue commissioni stanno diventando sempre più prevedibili.
Dunque adesso si sono resi necessari alcuni decisivi aggiornamenti, volti a rendere più sicure e stabili le transazioni stesse disposte dalla piattaforma per i pagamenti. Rovescio della medaglia e “parte lesa” sono al momento i cosiddetti miners, che se le contromisure adottate verranno realmente introdotte potrebbero pagarne le conseguenza maggiori.
Entrando più nello specifico, Ethereum ha introdotto nel protocollo un aggiornamento fondamentale chiamato “London”, che sta radicalmente cambiando la situazione. Grazie a London difatti il validamento dei costi di transazione riceverà una certa “stabilizzazione” che potrebbe risollevare le sorti del business, dato che al momento le tariffe sono in costante impennata con conseguente calo di interesse da parte degli investitori.
Con “London” Ethereum ha introdotto una novità fondamentale, che sta per mettere a soqquadro alcune sue caratteristiche fondamentali. L’aggiornamento in gergo è definito “Hard Fork“, un’oscura biforcazione che apre all’interno della criptovaluta un universo parallelo. Due le possibili strade da seguire, da valutare entrambe come opportunità o innalzamento della soglia di rischio.
Succede quando un blockchain si divarica in due percorsi in avanti che generano un cambiamento basilare nel protocollo: per restare connessi alla rete ora gli utenti di Ethereum saranno giocoforza costretti al download di un nuovo software, più valido ed aggiornato.
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Non tutti gli investitori di Ethereum però al momento hanno accettato di farlo, anzitutto perché allo stato attuale delle cose Ethereum, rispetto ad esempio a Bitcoin, genera un flusso al secondo tre volte più alto, ma anche perché a differenza delle altre principali monete digitali non si adopera solo a transazioni in denaro ma anche per archiviare i Non-fungible Tokens, ovvero i gettoni crittografici non intercambiabili.
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Dunque il numero di interazioni su Ethereum resta al momento elevatissimo, difficile per chiunque ritoccare le cose in un momento dove tutto sembra andare a gonfie vele per i minatori che potrebbero vedere un rapido declino, in questo modo, delle loro legittime ambizioni. In ogni caso, d’ora in avanti verrà applicata una tariffa base obbligatoria alla quale si potrà aggiungere una commissione cosiddetta “di priorità”, calcolandola sulla base di un algoritmo: staremo a vedere che cosa accadrà.
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