Se fosse stato rispettato il programma iniziale, a quest’ora la rivoluzione del digitale terrestre sarebbe a ridosso del passaggio dall’MPEG-2 al MPEG-4, lo standard utilizzato principalmente per applicazioni ad hoc: videotelefonia e televisione digitale in primis. Ma così non è stato, il governo si è reso conto che l’importante passaggio di settembre non sarebbe stato possibile, così ha deciso di rinviare l’ultima tappa prima dello switch definitivo al DVB-T2, abbreviazione per Digital Video Broadcasting – Second Generation Terrestrial, quell’estensione dello standard DVB-T del consorzio europeo DVB per una modalità di trasmissione televisiva digitale terrestre.
Il mancato rispetto della tabella di marcia per il passaggio al Digitale Terrestre, porta con sé un effetto go down. Niente passaggio all’MPEG-4, niente switch definitivo a giugno 2022, come nei piani primordiali. Cambia di conseguenza anche il calendario del riassetto delle frequenze su base regionale.
DVB-T2, cambio di programma: le nuove date per arrivare (si spera) allo switch definitivo
La nuova data per l’avvento del MPEG-4, condicio sine qua non per l’avvento del DVB-T2, è il 15 ottobre. Con una postilla da tenere in considerazione: non sarà un netto passaggio al nuovo standard, bensì una sorta di ibrido, ossia alcuni programmi nazionali saranno trasmessi esclusivamente con la codifica DVBT/MPEG4 (i canali specializzati), altrettanti invece manterranno l’attuale standard, per permettere di testare la nuova modalità ed essere pronti al reale cambiamento. La RAI ha già annunciato quali canali non si vedranno più da tale data (si accoderà anche Mediaset), ma inizialmente si tratterà solo di network secondari.
LEGGI ANCHE >>> Digitale Terrestre, i decoder già compatibili con il DVB-T2
Il decreto siglato dal MISE prevede, inoltre, anche un riassetto delle frequenze su base regionale. Le novità riguardano non solo le date, ma anche la suddivisione di aree che inizieranno prima ad avere a che fare con la nuova fase per il DVB-T2. Il calendario, quindi, muta per le regioni: dal 15 novembre 2021 al 18 dicembre 2021 nell’area 1A – Sardegna. Dal 3 gennaio 2022 al 15 marzo 2022 nell’area 2 – Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia tranne la provincia di Mantova, provincia di Piacenza, provincia di Trento, provincia di Bolzano; nell’area 3 – Veneto, provincia di Mantova, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna tranne la provincia di Piacenza. Dal 1 marzo 2022 al 15 maggio 2022 nell’area 4 – Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata; Abruzzo, Molise, Marche. Dal 1 maggio 2022 al 30 giugno 2022 nell’area 1B – Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania.
LEGGI ANCHE >>> Digitale terrestre, cambia ancora la numerazione dei canali: le novità
Nel frattempo si vivrà in una forma ibrida, che darà agli utenti italiani la possibilità di adeguarsi al nuovo che avanza. Comprando magari un nuovo televisore/digitale terrestre (meglio se post 2017), oppure sfruttare il bonus tv di 100 euro messo a disposizione dalla Stato, a prescindere dai singoli ISEE. Una corsa contro il tempo, sperando che l’introduzione dello standard tecnologico DVB-T2, è prevista per il 1 gennaio 2023, non subisca ulteriori ritardi.