Il Pentagono lavora sulle armi del futuro, ed è per questo che sta cercando di implementare al meglio una tecnologia AI che possa prevedere in anticipo quali siano le migliori decisioni strategiche di guerra e molto altro.
Nel dettaglio si tratta del GIDE, Global Information Dominance Experiments, un connubio di reti di comunicazioni, cloud computing, intelligenza artificiale, sensoristica, in grado appunto di ottenere in anticipo le strategie e le tattiche migliori da utilizzare sul campo di guerra.
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A spiegare nel dettaglio (anche se non proprio a 360 gradi giustamente), come stanno realmente le cose è stato il generale Glen VanHerck, comandante del NORTHCOM e del North American Aerospace Defense Command (il famigerato NORAD, primo “baluardo” durante la Guerra Fredda contro l’Unione Sovietica), che durante un incontro con i giornalisti alla Difesa ha spiegato: “Quello che abbiamo visto è la possibilità di vedere con largo anticipo, passando dall’essere reattivi all’essere pro-attivi. E non sto parlando di minuti oppure ore. Sto parlando di giorni”. Quindi il generale ha aggiunto, descrivendo il funzionamento del GIDE del Pentagono: “Prendiamo sensori da tutto il mondo, non solo sensori militari ma anche informazioni acquisibili commercialmente. E li utilizziamo per stare all’erta. Utilizziamo l’intelligenza artificiale e il machine learning per guardare e valutare, per esempio, il numero medio di auto in un parcheggio in una specifica località che possa indicare una minaccia”. E a chi gli domanda se le decisioni verranno prese dalle macchine o meno, VanHerck garantisce: “Non ci sono macchine che prendono decisioni. Ma di sicuro, le macchine possono darci più opzioni”.
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Del resto è facile, quando si parla di intelligenza artificiale, pensare subito a film catastrofici come ad esempio Terminator e il famoso Skynet, che ad un certo punto prese il sopravvento scatenando l’Apocalisse. La nuova arma del Pentagono fa parte del progetto JWC, Joint Warfighting Concept, che di fatto ha l’obiettivo di realizzare delle reti per le informazioni di guerra basate su una collaborazione fra l’uomo, e le macchine che sfruttano l’AI, un progetto che è stato iniziato nel 2018 dalla NDS, la National Defense Strategy. L’ultimo test del GIDE, il cosiddetto GIDA 3, si è tenuto negli scorsi giorni ed è stato condotto con la collaborazione di undici comandi militari degli USA che hanno lavorato nello stesso spazio di informazioni e utilizzando le stesse capacità. “Non stiamo creando nuove capacità per ottenere dati e informazioni – ha concluso VanHerck – queste informazioni esistono dai satelliti di oggi, dai radar di oggi, dalle capacità sottomarine di oggi, dalla rete digitale di oggi, dalle capacità di intelligence di oggi. I dati esistono. Quello che stiamo facendo è rendere quei dati disponibili e condivisi in un cloud, dove l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale li guardano e li elaborano molto rapidamente e li offrono ai responsabili delle decisioni. Io la chiamo superiorità decisionale”.
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