Continua a sbalordire il telescopio spaziale più famoso al mondo, leggasi Hubble: recentemente ha catturato la collisione fra 3 galassie che si annientano fra loro, regalando delle foto a dir poco spettacolari.
Del resto, come scrive Inverse, anche nell’universo infinito “le galassie combattono per lo spazio”, quasi come se fosse la trama di un film della saga di Star Wars, e ciò che è stato catturato da Hubble ne è il chiaro esempio. Nel dettaglio si vedono tre enormi galassie che sono state trascinate l’un l’altra dalla propria forza gravitazionale, finendo poi esplodere e annientarsi fra di loro. Quando infatti una galassia si avvicina troppo ad un’altra, finisce per essere spazzata via, ed è ciò che secondo gli esperti accadrà anche al nostro pianeta, anche se fortunatamente fra 4.5 miliardi di anni.
HUBBLE CATTURA LA COLLISIONE FRA 3 GALASSIE: ECCO PERCHE’ AVVIENE
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A condividere gli scatti è stata la Nasa, l’agenzia spaziale Usa, che gestisce Hubble assieme all’Esa, l’Agenzia Europea dello Spazio, e rappresentano un vero e proprio gioiello per gli occhi ma anche per la tecnologia, tenendo conto che sono stati prodotti solo due settimane dopo che Hubble è tornato in azione a seguito di una pausa di cinque settimane. A luglio, infatti, il veicolo era stato messo in stand by per eseguire il backup del suo hardware dopo che si era verificato un problema al computer centrale. Ma cosa rivela nel dettaglio la galassia? L’ammasso che vedete nella foto pubblicata su questa pagina e anche nel video allegato, è noto come Arp 195, e si trova a Lynx, una costellazione che prende il nome dall’omonimo animale (la lince), a circa 389 anni luce dalla Terra, e che di solito viene osservata nell’emisfero celeste settentrionale. La sua particolarità è appunto quella di essere composta da tre diverse galassie che si attraggono fra di loro semplicemente per la forza di gravità, e l’ultimo “abbraccio” è risultato fatale in quanto il trio è rimasto intrappolato dopo essersi avvicinato troppo.
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Quando due o più galassie si avvicinano fra loro si crea il cosiddetto “braccio principale”, una striscia di gas che collega tutte le galassie coinvolte, e che porterà all’esplosione. Stephen Feeney del dipartimento di fisica e astronomia della Ucl (University College London), che negli scorsi mesi ha realizzato uno studio sull’argomento, ha spiegato: «Una stella di neutroni è una stella morta, generata allorché una stella molto grande esplode e poi collassa È incredibilmente densa – tipicamente ha un diametro di circa 16 chilometri e una massa fino a due volte quella del Sole. La sua collisione con un buco nero è un evento catastrofico, che causa increspature nello spaziotempo note come onde gravitazionali, che possiamo rilevare sulla Terra con osservatori come Ligo e Virgo». E ancora: «I modelli al computer di questi eventi catastrofici sono incompleti e questo studio dovrebbe fornire una motivazione aggiuntiva per migliorarli. Se le nostre ipotesi sono corrette, molte di queste collisioni non produrranno emissioni di radiazione rilevabili: il buco nero inghiottirà la stella senza lasciare traccia. Ma in alcuni casi un buco nero più piccolo potrebbe distruggere la stella di neutroni prima di inghiottirla, lasciando materia al di fuori del buco stesso che emette radiazioni elettromagnetiche».