C’è vita al di fuori della Terra? Gli alieni esistono davvero? Una domanda annosa, alla quale finora non è stato possibile dare risposte certe, al netto di ipotesi e teorie più o meno strampalate che si sono susseguite nei decenni, ed alla quale l’astrofisico di Harvard Avi Loeb cerca di trovare una soluzione da anni.
Lo scienziato, più volte additato come pazzo ma in realtà molto stimato nella comunità scientifica, è a lavoro sul Progetto Galileo, messo in piedi grazie a un consistente sostegno economico privato, da pochi giorni operativo al 100%, per dimostrare l’esistenza degli alieni.
Nonostante nel corso degli anni Avi Loeb sia stato spesso criticato e sprezzato dalla comunità scientifica riguardo alle sue teorie ritenute strampalate circa l’esistenza di forme di vita aliene, non si è mai arreso e con i suoi collaboratori è andato avanti sempre con fiducia nel suo lavoro.
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A sostegno della sua teoria, tre “fatti” che per Loeb e i suoi collaboratori darebbero credibilità all’esistenza degli alieni. In prima battuta, le attentissime osservazioni stellari effettuate nel corso dei decenni, le quali hanno dimostrato che molti oggetti celesti “ospitano” pianeti simili alla Terra. E quindi, secondo Loeb, c’è una reale possibilità che questi “esopianeti” possano ospitare civiltà aliene.
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La seconda teoria prende spunto dalla “questione Oumuamua”. Cinque anni fa è passato nell’atmosfera della Terra un oggetto, Oumuamua appunto, molto fino, lungo circa 400 metri. Dalla sua velocità e dalla sua traiettoria ne è emerso che fosse arrivato dall’esterno del nostro sistema solare, ma poiché è stato avvistato troppo tardi, quando già stava uscendo dall’orbita terrestre.
Questo evento ha diviso in due la comunità degli scienziati: c’è chi pensava che fosse solamente una roccia interstellare, altri che fosse stato lanciato da alieni verso il nostro pianeta. Altri, incluso Loeb, pensavano che ci fosse una possibilità che fosse un’astronave di un’altra civiltà. Alcuni scienziati hanno ritenuto che tali affermazioni fossero inverosimili. Altri hanno sottolineato che la scienza dovrebbe essere di mentalità aperta e, in assenza di una buona spiegazione, dovremmo esaminare tutte le soluzioni plausibili.
Il terzo innesco per il progetto Galileo è arrivato dall’esercito americano. A giugno, l’ufficio del direttore dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti ha annunciato che alcuni rapporti militari sugli UFO, o UAP (Unidentified Aerial Phenomena), come sono ora conosciuti, sembrano reali.
In particolare, il rapporto afferma che alcuni UAP «probabilmente rappresentano oggetti fisici dato che la maggior parte degli UAP è stata registrata su più sensori» e non vi era alcuna spiegazione nota per loro. In altre parole, non sono fenomeni meteorologici, né strumenti difettosi, né palloni meteorologici, né esperimenti militari clandestini. Quindi cosa sono?
Per adesso non abbiamo risposte certe in merito, ma una cosa è sicura: se esistono gli alieni, Avi Loeb col suo progetto Galileo lo scoprirà.
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