Quando qualcuno vi propone un abbonamento ad un IPTV illegale, pensateci bene prima di accettare l’offerta in quanto rispondendo in maniera affermativa vi macchierete di un reato penale che potrebbe portarvi addirittura in galera.
Fino ad oggi non vi sono casi di persone arrestate fra coloro che hanno utilizzato appunto l’IPTV illegale, ma la normativa in materia è chiara, come spiegato anche dalla Guardia di Finanza in una delle ultime interviste rilasciate sul tema: “Acquistando abbonamenti di questo tipo i clienti si rendono responsabili del reato di ricettazione. La legge sul diritto d’autore prevede la confisca degli strumenti utilizzati per la fruizione del servizio; di conseguenza, ai 223 clienti in caso di condanna (riferendosi ad una vecchia “retata” ndr) verranno confiscati il proprio televisore, computer e smartphone”.
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E ancora: “Le sanzioni per il cliente prevedono, inoltre, la reclusione fino ad otto anni ad una multa di 25.000 euro, oltre le spese legali”. Otto anni di galera e 25mila euro di multa sono ovviamente le condanne massime in caso di violazioni molto gravi, ma anche ricevere un paio di migliaia di euro di pena non deve essere comunque piacevole, soprattutto per chi già non dispone di un portafoglio abbondante, senza dimenticare ciò che causa affrontare un lungo processo. Eppure, nonostante le pene severissime e le norme più che chiare, sono moltissimi coloro che ricorrono a questi strumenti illegali che permettono di avere tutti gli abbonamenti alle varie piattaforme streaming, a cominciare da Dazn, Netflix, quindi Disney+, Amazon Prime Video e soprattutto Sky Sport, ad un prezzo irrisorio rispetto alla sottoscrizione legale di tutti gli abbonamenti.
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Viene quindi dato al cliente una sorta di decoder che permette appunto di ricevere tutti i vari segnali, godendosi così i vari eventi, dallo sport al cinema, passando per le serie tv, senza averne il diritto. Ben il 21% degli italiani ha fruito di IPTV illecite, così come registrato dall’ultimo rapporto elaborato da IPSOS per la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV), e che ha sottolineato come il numero sia cresciuto più del doppio rispetto al 2019, quando era il 10%, forse a causa della pandemia che ha chiuso in casa milioni di nostri concittadini. Il numero di atti illeciti è comunque diminuito dal 2020 al 2019, arrivando ai 57 milioni nel bimestre medio rispetto ai 69 del 2019, anche se durante il lockdown si è registrato un picco anomalo di 243 milioni, cosa che la FAPAV considera “una vera anomalia”.
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