Multa da record assoluto contro Amazon: 746 milioni al gigante americano, reo di aver violato la normativa europea sulla privacy.
L’importo record, mai registrato nel Vecchio Continente, è stato comminato dall’Authority UE con sede in Lussemburgo. Chiaramente il colosso dell’e-commerce ha annunciato immediato ricorso chiarendo di non voler pagare perché in pieno disaccordo con la sentenza.
Nella nota Amazon chiarisce la sua posizione, spiegando che la decisione, legata al modo in cui viene mostrata pubblicità ai clienti, è fondata su una interpretazione soggettiva e mai vista prima della normativa europea sulla privacy. Inoltre la sanzione è giudicata sproporzionata anche rispetto al tipo di sentenza emessa, ribandendo che per l’azienda è prioritario conservare e mantenere con la massima sicurezza tutte le informazioni sensibili raccolte sui clienti, questo per mantenere inalterato il rapporto di fiducia.
Tutto nasce nel 2018, da una indagine che ha preso il via in Francia dopo una denuncia del gruppo “La quadrature du Net“. La Cndp, dopo 3 anni, ha confermato la colpevolezza di Amazon, che avrebbe violato il Gdpr. A destare notizia è ovviamente la cifra. Questa multa da Guinnes dei Primati supera largamente quella precedente, che arrivava a 50 milioni, comminata a Google dalla Cnil francese nel gennaio 2019.
Perché questa sanzione? Il potere in mano all’autorità Ue è aumentato nel corso dell’ultimo periodo proprio grazie all’applicazione del Gdpr, che consente di alzare la quota fino al 4% delle vendite globali annuali di un’azienza.
748 milioni di multa ad Amazon, parte il ricorso ma arriva il crollo in borsa
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Il ricorso subito presentato non ha tranquillizzato gli investitori, già insoddisfatti dei dati presentati dalla società per il secondo trimestre. Gli utili in crescita del 5% hanno deluso gli analisti, come del resto le previsioni di un rallentamento nella terza parte dell’anno. La notizia della sanzione ha provocato un crollo del titolo, che ha perso ben il 6,83%. Si tratta di una valore mostruoso, nell’ordine dei 13 miliardi di dollari.
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Per Amazon tuttavia non è la prima volta in cui si trova al centro dell’attenzione dei Garanti. Negli ultimi tempi è già capitato sia in Germania che nel Regno Unito. Inoltre la Commissione Europa si è mostrata preoccupata per la privacy legata agli assistenti vocoali, tra cui proprio Alexa.