Un sensore nello smartphone che misura la temperatura? Sembra che oggi si possa avere anche questo, un vero e proprio termometro, senza che si vada a intaccare la funzionalità del dispositivo e soprattutto che sia in grado di rilevare temperature fino a 100° C. Lo rivela uno studio di Science Direct, condotto dal dottor Won Jun Choi e riportato da Repubblica.it
Il progetto è ancora in fase di studio, naturalmente, ma potrebbe rappresentare una svolta nella misurazione delle temperature facciali soprattutto in questo periodo di pandemia da Covid-19, per scongiurare in maniera molto immediata la possibilità di eventuali contagi, e il termometro si potrebbe anche installare su un semplice smartphone.
La sperimentazione è merito dei ricercatori del National Research Council of Science & Technology della Corea del Sud. Le applicazioni del nuovo studio, pubblicato su ScienceDirect, a firma del dottor Won Jun Choi, potrebbero andare dagli smartphone ai veicoli a guida autonoma.
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La grande innovazione di questo progetto di ricerca risiede nel fatto che normalmente i sensori di questo genere, lavorando ad alte temperature, hanno necessità di sistemi di raffreddamento che solitamente costano intorno ai 1500 euro, e quindi finora non è stato possibile integrarli in sistemi semplici come gli smartphone per non aumentarne troppo il prezzo.
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Il ricercatore a capo del progetto “termometro nello smartphone”, dottor Won Jun Choi, è invece riuscito insieme al suo team di ricerca congiunto di KIST e dell’Università di Sungkyunkwan a sviluppare un dispositivo che utilizza un film di biossido di vanadio (VO2-B) stabile a 100 gradi. Questo dispositivo rileva e converte la luce infrarossa generata dal calore in segnali elettrici. Di fatto in questo modo non servono dispositivi di raffreddamento, che rappresentano oltre il 10% del costo dei sensori di immagine termica e consumano grandi quantità di elettricità. Il dispositivo è stato in grado di ottenere la stessa accuratezza di segnali infrarossi a 100 gradi come a temperatura ambiente.
“Grazie al nostro lavoro con la ricerca sulla convergenza in questo studio – ha spiegato il dottor Choi – abbiamo sviluppato una tecnologia che potrebbe ridurre drasticamente il costo di produzione dei sensori di immagini termiche. Il nostro dispositivo, rispetto a quelli più convenzionali, ha reattività e velocità operativa superiori. Ci aspettiamo che ciò acceleri l’uso di sensori di immagini termiche nei settori delle forniture militari, degli smartphone e dei veicoli autonomi”.
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