Dal Pentagono un attacco durissimo: DJI è ancora al centro delle polemiche. Il Pentagono mette in chiaro le cose: l’azienda produttrice, tra gli altri di droni, è un pericolo per la sicurezza statunitense.
DJI non esce dalla “lista nera” degli USA. Al contrario di quanto emerso nelle ultime ore, l’azienda produttrice di device per lo svago e non solo, è ancora bandita dagli Stati Uniti. È infatti, attualmente, vietato l’acquisto di nuovi modelli e addirittura l’uso di quelli in dotazione alle agenzie governative americane. Il comunicato ufficiale del Dipartimento della Difesa ha chiarito ogni punto.
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DJI bandita dagli USA: ecco perché
Erano oltre 500 i droni che furono, all’inizio del 2019, lasciati a terra dal Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti. La flotta, che contava 11.000 droni, ha così escluso quelli prodotti da DJI. Il motivo? Pericolo di sicurezza nazionale. Negli ultimi due anni è stato consentito l’uso di droni DJI solo ed esclusivamente in casi di emergenza assoluta, come incendi boschivi, ricerca di dispersi et similia.
Tuttavia, a fine 2020, la cinese DJI è entrata a tutto tondo nella cosiddetta Entity List statunitense. Una lista che conta al suo interno anche l’ormai meteora Huawei. L’accusa? Aver fornito i droni al governo cinese per sorvegliare gli uiguri nei campi di detenzione.
Sembra che il pugno duro degli Stati Uniti nei confronti di DJI non sia destinato ad affievolirsi. A inizio giugno di quest’anno, circa due mesi fa, si era diffusa in rete la notizia che il Pentagono avesse concesso l’utilizzo di due droni DJI. A quanto pare il Dipartimento della Difesa ha precisato che non è stato approvato nulla, ma anzi, sono attualmente in corso le indagini sul rilascio non autorizzato di informazioni.
Insomma il Pentagono conferma, ancora una volta, il potenziale pericolo per la sicurezza nazionale derivante dai droni DJI. Tra le accuse, spionaggio con invio di informazioni e dati al governo cinese. Un déja-vù di quanto visto qualche anno fa con Huawei.