Moltissimi dati di Electronic Arts sono finiti inspiegabilmente online, è stato addirittura richiesto del denaro per non pubblicarli in anticipo.
Web in subbuglio nelle ultime ore, dopo che Electronic Arts ha subito un attacco hacker ed ha visto pubblicati anzitempo sul web tantissimi dati riguardanti numerosi titoli della sua collezione di giochi, in primis Fifa 22 che del noto colosso di videogiochi statunitense è da sempre il fiore all’occhiello. Sembra addirittura ora sia stato messo in piedi un ricatto per ritirare i dati rubati dalla rete, con una richiesta in denaro che ha fatto immediatamente scattare l’allarme.
Non solo Fifa 22 ma anche Battlefield ed altri titoli: i fatti risalgono a circa un mese fa, quando i pirati erano riusciti a mettere le mani sui nuovi games ancora in via di sviluppo di Electronic Arts, strappando il codice sorgente di Fifa e di tantissimo altro materiale che si avvia a dominare la prossima stagione dei videogiochi. Lo stock rubato fa gola a tanti, così gli hacker hanno pensato bene di richiedere al produttore un ingente quantitativo di soldi per mantenere il segreto ed evitare che le succose “anticipazioni” furoreggiassero sul web, ma al netto rifiuto opposto da EA si sono vendicati.
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Insomma, una vera e propria spy-story con tanto di richiesta di riscatto, pare che i pirati informatici difatti abbiano rilasciato su internet questo messaggio testuale: “Qualche settimana fa abbiamo mandato una email con una richiesta di riscatto a EA ma non abbiamo ricevuto risposta e quindi postiamo il codice sorgente. Se non ci contattano o non ci pagano continueremo a pubblicare”.
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Il materiale riversato in rete corrisponde a circa 1,3 Gigabyte, ciò che però adesso fa maggiormente drizzare le antenne alla casa di produzione è il fatto che magari quei codici possono essere sfruttati in qualche modo per risalire ai dati personali dei giocatori o, peggio ancora, essere rivenduti per confezionare copie piratate o infettate da virus che potrebbero installarsi su una miriade di PC, anche se un rappresentante di EA prova a smorzare i toni ribattendo che in realtà non c’è alcun pericolo per i giocatori e per la loro privacy.